“Ars Longa, Vita Brevis” diceva Ippocrate.
La mia vita a volte sembra abbreviarsi a causa della frenetica vita londinese, che non permette poltritudini gaudenti, ma solo infinite corse e capriole, tra lustrini di vita circense, recite di pronomi diretti ed indiretti, il quiz nàit al pub che siamo arrivati terzi, il fìscendcìps che non c’è tempo di cucinare, la oyster card da ricaricare, un caffè brodaglia sbevazzato per strada, e poi provare a ricaricare le pile seduti su poltrone acriliche nel cinema di zona, tra teneri trifogli al parco di SE4, all’ombra di un melo nel localetto di zona, cullati da musica barocca nella chiesa di St. Alfege.
Si va di fretta in questa città, eppure basta poco per trovare un pò di sollievo, un’oasi di quiete.
Basterebbe solo rallentare il passo e reimparare a guardare.
John Constable – The Hay Wain – 1821
In questi giorni, il West End si è trasformato in una galleria all’aperto e le strade e i vicoli di Soho, Piccadilly e Covent Garden sono tappezzate da riproduzioni di famosi dipinti, realizzate da Hewlett Packard e i cui originali si trovano alla National Gallery.
L’insolita operazione, denominata The Grand Tour (dal viaggio di cultura in voga tra i nobili e gli artisti nel XVIII secolo) si avvale, per chi ha tempo, anche di un sito internet da cui si possono scaricare una mappa interattiva e anche delle tracce audio da riversare nel lettore mp3.
Charles Saumarez Smith, direttore della National Gallery, spera che l’iniziativa invogli la gente a visitare gallerie e musei londinesi per ammirare i capolavori in essi conservati.
Nel frattempo, qualcuno che non ha avuto problemi a pagare a Christie’s la bella somma di 17.940.000 sterline (26,5 milioni di euro), da oggi potrà sedersi in un lussuoso salotto, magari con un bicchiere di brandy in mano, a rimirare dal comodo divano, le nebbie turchine del Waterloo Bridge dipinto da Monet.