Del doman non v’è certezza

In terra angla vige la regola del carpe diem, specialmente per quanto riguarda le condizioni meteo.
Quest’estate, si sa, il tempo non è stato generoso, e le alluvioni e gli allagamenti delle settimane scorse si commentano da soli. 
Ecco perché non si può proprio rifiutare un weekend di sole e temperature davvero estivi, l’occasione insperata di utilizzare quel tubo di crema protettiva nuovo nuovo, levarsi quel pallore da malata, sentire l’erba fresca del parchetto sotto i piedi, godersi lo sbrago fino alle otto, il dolce far niente, la gonnellina senza calze, un tavolino all’aperto, lo sciame di impiegati in maniche di camicia davanti al pub, gli amici e le occasioni mondane. 
Come un venerdì sera alla Tate, un late evening di arte, BBQ, incontri e insolite avventure, specie quella in una galleria minima ed itinerante, colorati scatti di Gran Bretagna assiepati sulle pareti di una roulotte anni ’60.
Oppure una domenica assolata e pigra, lungo il fiume, dopo aver visitato salepiene di porcellane dorate, gemme antiche, ricami preziosi, tutti oggetti appartenuti alla bella creola che, accaldata dalle danze, vestita di veli leggeri, per onorare ai suoi doveri di padrona di casa, accompagnò lo Zar a passeggiare nel parco, e la fredda aria della sera, più che il ripudio e gli anni di gloria e imprecazioni a fianco dell’imperatore, le risultò fatale.
Pare siano state le giornate più calde del 2007 in UK (28 gradi), ma già le nuvole si addensano su questa breve parentesi estiva, la gente torna alle occupazioni di sempre e io, sognando granite all’orzata, fette di anguria e pomodori al riso, ritorno a postare sul blog. 
Scusate il ritardo.

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