Beating The Mid January Blues

blues
 
Questa, secondo gli psicologi, è la settimana più triste dell’anno, quella in cui ci si sente più infelici e scontenti.
Le feste e le luci natalizie sono ormai dimenticate, le risoluzioni per il nuovo anno miseramente naufragate, e ci si ritrova con le tasche vuote, mentre lo stress lavorativo mal si sopporta. A ciò aggiungiamoci pure gli andamenti non proprio eccellenti dei mercati finanziari, la pioggia, i virus influenzali, i governi che cadono… e l’amarissimo cocktail è ben riuscito.
Gli angli chiamano la depressione tipica del periodo "Mid January Blues" e, all’Università di Cardiff, eminenti luminari hanno addirittura definito una formula matematica per dare scientificità al sintomo:
 
[W + (D-d)] * TQ
______________
M * NA

– Laddove, W sta per Weather (clima), D per Debt (debito), d è il "money DUE in January pay" (ergo, lo stipendio a fine mese – notare che è minuscolo), T rappresenta il TIME (la distanza temporale dal Natale), M sta per MOTIVATIONAL LEVEL (lo stato emotivo) e NA per NECESSITY for ACTION (la necessità di agire). Q indica invece il "Time since failed QUIT attempt" (insomma, è il fattore fallimento, purtroppo sempre in agguato, specie nell’ambito dei propositi per l’anno nuovo).
 
A me gennaio non è che dispiaccia poi così tanto.
Innanzitutto la città torna ad offrirsi libera dalla frenesia e dalla confusione delle feste. Dovunque si vada, ci si può muovere liberamente e nei caffè, nei locali e nei cinema si trova un posto a sedere. Si, è vero, si sente nell’aria questo clima di malinconia, e si cammina di fretta lungo strade semi-vuote, percorrendo il grigiore dei marciapiedi senza neanche il conforto effimero di italici coriandoli o quel profumo struggente di frittura e zucchero, tipico delle frappe e castagnole (qui in anglia il Carnevale non esiste).
E però, se la routine quotidiana è sempre quella, è bello viaggiare con la fantasia o esplorare mondi paralleli.
Gli intricati ricami della giacca della signora che ci sta davanti in metropolitana si fondono mirabilmente alle note psichedeliche, selezionate random dal lettore mp3; i due francesi, appena “sbarcati” dall’Eurostar, che criticano stupefatti e gesticolanti le brodaglie di Starbàcs, fanno da sottofondo perfetto alle pagine del bel libro di Raymond Queneau; spesso, verso le quattro, il freddo cielo londinese si tinge di delicate striature rosa e i rami scheletrici degli alberi ci disegnano su infiniti arabeschi, dove è bello perdersi, mentre una gazza solitaria, dall’alto, se la ride, di noi e delle depressioni di metà gennaio.

14 thoughts on “Beating The Mid January Blues

  1. Splendido post e meravigliosa città, Grazie. Hai reso perfettamente l’immagine della Londra non frenetica e invasa da turisti.

  2. Sarà gennaio, sarà la fine delle feste e pure l’essere rientrata in Uk e la pioggia del Sussex, che grazie a Dio oggi sembra sparitama una certa non credo depressione ma tristezza, ecco si tristezza…che passa se me ne vado al mare a guardere le onde alte, facendomi il bagno, fumando seduta e pensando che certe volte mi basta davvero davvero poco

  3. La depressione e la tristezza sono due cose diverse e, in un modo o in un altro, piuttosto fastidiose. La malinconia è ancor più diversa, ma per certi versi meno fastidiosa. Questo post mi ha messo un po’ di malinconia, ma non è un fatto negativo, anzi, direi che in questo periodo dell’anno, dopo bilanci e propositi, un po’ di sana malinconia ci vuole. Però ci sono volte in cui preferisco viaggiare in macchina, piuttosto che in treno, per non pensare troppo. L’aereo è un’altra storia, la paura mi impedisce di pensare troppo.
    L’ho detto qualche tempo fa, devo smettere di fumare, prima o poi, ma prima devo smettere di pensare…

    Try

  4. A me, ogni tanto, quella sana malinconia da poeti, quell’assenza indefinibile, che non si puo’ fare a meno di cullarcisi dentro, nonostante tutto, e che rende tutto un po’ fragile e speciale, irrimediabilmente destinato a scomparire, ecco, a me – in piccole dosi – piace.
    Claudia darkettona

  5. Bel post.. in effetti anch’io percepisco gennaio come un periodo strano…. diciamo di transizione, dopo la stanchezza accumulata durante le feste.. fortunatamente assolutamente non depressa. eli 🙂

  6. A me la citta’ in inverno piace parecchio. ieri poi dalle parti di south bank non c’era la solita flotta di italiani in vacanza con cappelli,cappucci, piumini, guanti e occhiali e il sole ridacchiava.

  7. mmm la formula non mi convince… con T distanza temporale dal Natale come fattore moltiplicativo al numeratore, la funzione dovrebbe avere il suo massimo assoluto (appunto di depressione) al solstizio di giugno… ipotizzando (D-d) pressoche’ costante, bisognerebbe capire qual’e’ l’andamento di W.. a meno che la funzione non sia definita unicamente fra il 1 e il 31 gennaio come dominio…

  8. Gennaio è uno dei miei mesi preferiti. Non sò, sarò alternativo, ma a me piace il freddo e la pioggia che cade fitta sui tetti, mentre si vede un bel film rannicchiatti sul divano, con in in mano una bella cioccolata calda. Per strada, poi, si respira un aria diversa, pungente ma rilassante. W gennaio: ma vallo a dire agli psicologi!

  9. moyussa, passai passai, ma non lasciai commento, perche’ il tema e’, haime’, dollorosso. A londra son venuta, ma sono arrivata mezz’ora prima dell’opera’ e me ne son andata 10 minuti dopo. A marzo, gita logoborrese difficile, visto che sto programmando una pasqua lunga, pero’ se deve riparlare.

  10. All the leaves are brown and the sky is grey… Eh, proprio cosi’ Moya. Bisogna astrarsi dalla realta’ e perdersi nei dettagli dell’immaginazione. Cercare colori anche dove non ce ne sono, che se no qui a Londra si impazzisce. L’uomo d’affari lo preferisco in maniche corte, sdraiato a Hampstead in una Domenica d’estate 😉

  11. La cosa che adoro di questi post è che sento quasi il rumore dei tuoi tacchi mentre ti aggiri silenziosa per la città.
    Quella formula mi mette di buon umore. Mi fa pensare che, nonostante tutto e tutti, la ricerca in Italia ha altro spessore..
    Un sorriso 🙂
    Die

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