In questi giorni che più vivo e meno scrivo, non avendo grandi possibilità di evadere da impegni lavorativi pressanti né molto tempo libero per le mie peregrinazioni alla scoperta dei segreti e curiosità londinesi, mi sono tuffata in altre esplorazioni, mi sono dedicata alla sociologia.
Come ci vedono gli angli a noi itagliani? E noi, cosa pensiamo di loro? Chi ha ragione?
Le nostre rispettive percezioni si riducono a sterili clichés, o c’è un pò di verità?
Ho preso come cavie due miei amici angli, diversissimi per generazione e attitudini, ma pur sempre figli di questa terra d’Albione:
J è un giovine sui 25, aperto ed entusiasta, desideroso di evadere e di imparare. Medita di andare in Giappone e quindi sta cercando di imparare il giapponese.
R è un maturo 40 something, un pò timido alla Hugh Grant, si dichiara non interessato ad altre culture, ma è ferratissimo nella sua. Recentemente, ha provato a seguire un corso di spagnolo, ma ha mollato dopo solo 3 lezioni.
J e R pensano che, esteriormente, gli italiani si riconoscano dagli angli perché essi sorridono di più, agitano mani-braccia quando parlano, hanno un tono di voce più alto, sono sempre molto vivaci ed entusiasti e le donne tendono a piangere più facilmente. Entrambi, trovano questa emotività/teatralità dei popoli latini divertente ed affascinante.
[Per quanto mi riguarda, ebbene sì, lo ammetto, quando parlo gesticolo animatamente, anche se cerco di trattenermi, e spesso, mentre inconsciamente disegno cose nell’aria, mi accorgo che gli angli si bloccano a guardarmi le mani e non ascoltano più quello che cerco di dirgli!]
Sia J che R pensano, con un certo timore, che noi continentali tendiamo a considerare gli inglesi un popolo poco aperto, un pò freddino, incapace di passion, che si scioglie solo dopo qualche pinta di birra. Ma non è vero, è che in fondo loro sono maestri dell’understatement e dell’ironia, bisogna saperli un pò studiare, ecco.
Gli angli non sanno la grammatica, quindi per pigrizia e mancanza di analisi logica, fanno fatica ad imparare le lingue. Tuttavia, negli ultimi anni, grazie ai voli low cost, le popolazioni albioniche hanno cominciato ad abbandonare la loro isola e a girovagare in lungo e in largo, scoprendo il sole, il vino, la buona cucina e il pittoresco dolce far nulla di paesi come Spagna, Italia, Francia.
Quindi sono meno freddini di prima. Quindi amano crogiolarsi al sole e mangiare spaghetti. E si segnano ai corsi di lingua.
J mi ha detto, un pò sorpreso, che suo papà, che ha 65 anni, è un anglo vecchia generazione, di quelli che d’estate andavano solo al lago o al mare triste delle coste britanniche, e che ha mangiato il suo primo piatto di pasta solo una decina di anni fa!! Per contro, J si definisce anglofobico, ha già passato del tempo all’estero, e non vede l’ora di cambiare aria (vedi Giappone), quindi lavora sodo per mettere da parte i soldi necessari alla fuga.
R è invece il tipico englishman, che di solito guarda il football, va al pub a bere birra, legge libri angli, pronuncia nomi francesi in anglo, adora il teatro (specie classici di Noel Coward), mangia il fìscendcìps, legge il Times. Magari ogni tanto, sconfina, e va a vedersi le retrospettive di film cinesi, o si fa una vacanzetta in Italia o Spagna, però nulla lo può davvero scollare dalle passeggiate domenicali in riva al fiume e la sua cup of tea.
Buongiorno…e se fosse il bug che gira,a farmi sentire di cacca, che poi io vado sempre a prendere freddo. Ricordo un libro di Severgnini sugli inglesi e i loro modi di fare. Per mia esperienza, bhè altra cosa sono difficili al saluto con il bacino sulla guancia, due poi è proprio un esagerazione, qui sulla costa, sono forse un pochino più ignorantelli non conoscono molta geografia ignorando cosa fosse il Benelux e usando come acronimo per i paesi con l’euro BAFFLING PIGS. La mattina trangugiano hot dog, sausage roll, cornish pastry con il cappuccino. A favore posso dire che, sono poco attratti dalla forma e dall’apparenza se gli piaci, gli piaci…ovvio magari non tutti, se hanno interessi artistici e ti coinvologono lo fanno davvero di cuore, non sono come si dice da noi “sboroni e non se la menano”; non si curano delle patacche, delle scarpe rotte,delle calze scompagnate, secondo me fanno bene; amano sentirmi parlae “con questo tuo accento che è così bello”, ridono ecco ridono e ridono e in amore non sono poi così gelidi. So stata prolissa mi sa!!!!
la terra e’ rotonda come un pallone. e a volte bisogna farla rotolare, per divertirsi. ecco.
confermo che sono un popolo negato per le lingue… non conoscono bene ne’ la grammatica ne’ l’ortografia della loro lingua, figurati impararne una nuova! E poi, la loro pronuncia del latino e’ allucinante! pero…li capisco, in effetti non hanno mica bisogno di imparare altre lingue,considerato che tutto il m ondo parla inglese
Ricchietto, non per spezzare una lancia a favore, ma la pronuncia angla del latino e’ dovuta a motivi storico-religiosi, fu infatti introdotta a seguito della Riforma protestante, in segno di sfida contro i latinismi di Roma.
Ovviamente, per uno che ha fatto il liceo classico, sentirsi dire roba tipo “modus operandai”, “vaise versa”, “lilesii” e “zìus” [modus operandi, viceversa, liliacee, zeus] fa un po’ male.
Pero’ non e’ che noi italiani all’estero (parlo dei vacanzieri, non degli emigranti) facciamo questa bella figura con le lingue, eh…
Meno male che gesticoliamo, senno’ era dura. Haha!
il loro mito del British Empire mi fa sempre sorridere: quando i romani invasero la britannia questi dormivano ancora dentro le capanne e mangiavano carne cruda. ora invece hanno in spregio la tartare. a ciascuno il suo, direbbe il bardo. noi ci becchiamo mastella e sua moglie.
Moyu sono d’accordo guarda, ma credo che per la pronuncia “alla cazzo” del latino c’e’ un’altra ragione: in pratica questi angli hanno letteralmente “saccheggiato” un sacco di termini dal latino e li hanno introdotti pari pari nell’inglese (penso ad esempio a un sacco di termini scientifici, come formula, species, data, momentum, medium, nebula eccetera). cosi facendo li hanno resi inglesi a tutti gli effetti, e li pronunciano a modo loro. anzi, dubito che la maggior parte di loro sappia che derivano dal latino! loro sanno solo che sti termini hanno il plurale “irregolare” (!), formulae, quante, nebulae… e invece seguono pari pari le declinazioni! me fanno mori’!
Per inciso, al 90% per cento la prununcia piu corretta del latino non e’ ne’ quella scolastica degli italioti, ne quella angla… ma quella tedesca…
by the way, vogliamo parlare della pronuncia dell’Escherichia coli, che diventa qualcosa di innominabile tipo esherikaia colai???
moyussa, tu non sei una di noi, tu dovresti scrivere i libri. moyussa, scrivice er libro.
Pia, se smettessi di procrastinare, recensire e bloggare, nonche’ correre da una parte all’altra di Londra, forse il libro lo partorirei…
Comunque, non vorrei fare la sborona, ma devo scriverlo e vantarmi – haha – quindi uso questo spazio: oggi, al lavoro, ho visto Tom Yorke dei Radiohead!!!
Wohoo!
Un po’ devo dire che gli inglesi simpatici che ho conosciuto qui (2 o 3 in 7 anni) sono tutti anglofobici. Poi va beh, io ormai parto prevenutissimo. Tutti gli altri pero’ a Londra, a parte gli inglesi, sono simpatici e ci si sta benissimo. Gli inglesi con un po’ di attenzione si possono evitare. Tranne gli inglesi anglofobici, ovvio.
Certo…che tutte a te…poi una pefforza si autoconvince dei pregi del Sussex uno dei quale è avere a Rye Paul MacCarty and Jonny Depp….solo che valli a pizzicare!!!!cci loro. E per sfregio ti dico Tom York buuuuuuuuuuuhhhh buuuuuuuuuuuhhhhhhhhhhhh…(nevvero è solo invidia)
tom yorkeeee wow