Dopo esattamente tre mesi, ho ripreso il treno perché dovevo recarmi in centro.
Munita di mascherina, che dal 15 giugno è obbligatoria sui mezzi pubblici, sono riuscita a garantirmi i due metri di distanza di sicurezza, dato che non c’erano molte persone all’ora in cui mi trovavo a viaggiare.
Il 90% dei passeggeri aveva una qualche copertura facciale, dal fazzoletto, alla mascherina chirurgica, a versioni più hi-tec.
Le stazioni sono piene di adesivi e poster, per marcare le distanze e ricordare le regole ai viaggiatori. Inoltre alcune panchine sono state rese accessibili solo per metà, in modo da separare di almeno un metro chi decide di sedersi.
A Charing Cross, poi, ho trovato un lungo tavolo, dove c’erano varie bottiglie di disinfettante per le mani. C’era anche tanto personale extra, con la visiera protettiva ed un gilet rosa, per indirizzare ed aiutare le persone in entrata ed uscita dalla stazione.
Una volta in strada, mi sono resa conto che non tutti i negozi avevano riaperto e che non c’erano tutte queste persone in giro.
Anzi, sembrava che la zona di Covent Garden e Holborn fosse per lo più animata da operai, addetti alle costruzioni o ai lavori di ampliamento stradale.
Ho approfittato di una farmacia aperta per comperare poche cose di cui avevo bisogno.
Era molto ben organizzata, con entrata ed uscita separata e segnali sul pavimento. Anche qui i commessi avevano la visiera trasparente.
Le casse erano provviste di barriere di plexiglas, ma si poteva anche usare il self service.
Comunque, non mi sono stressata più di tanto, perché ero l’unica cliente.
I rari negozi di abbigliamento che ho visto aperti, stavano praticamente facendo le svendite dei capi che erano avanzati da marzo.
Questo probabilmente spiega le scene di isteria di massa che si sono verificate lunedì scorso, quando alcune celebri catene di sport e abbigliamento di Oxford Street avevano registrato un numero spropositato di avventori, sicuramente attratti dai saldi.
L’unica fila (saranno state meno di dieci persone) che ho visto in tutto il tragitto, è stata quella fuori dal negozio della Apple.
Il mercato di Covent Garden era deserto.
Molti bar e ristoranti non hanno riaperto, nemmeno per il take away.
Un’iniziativa che mi è piaciuta molto, sono stati i dispenser gratuiti di gel disinfettante, posizionati intorno a Seven Dials, per iniziativa dei negozianti locali.

Dato che le strade erano eccezionalmente vuote, ho notato particolari architettonici che non mi erano mai saltati all’occhio nella quotidianità affollata del pre-covid19.
Ad esempio, le insegne di negozi vittoriani ormai scomparsi da tempo, la targa commemorativa dell’abitazione del botanico ed esploratore Joseph Banks, il fregio art deco del cinema Odeon, e anche dei murales accattivanti.
Munita di mascherina, che dal 15 giugno è obbligatoria sui mezzi pubblici, sono riuscita a garantirmi i due metri di distanza di sicurezza, dato che non c’erano molte persone all’ora in cui mi trovavo a viaggiare.
Il 90% dei passeggeri aveva una qualche copertura facciale, dal fazzoletto, alla mascherina chirurgica, a versioni più hi-tec.
Le stazioni sono piene di adesivi e poster, per marcare le distanze e ricordare le regole ai viaggiatori. Inoltre alcune panchine sono state rese accessibili solo per metà, in modo da separare di almeno un metro chi decide di sedersi.
A Charing Cross, poi, ho trovato un lungo tavolo, dove c’erano varie bottiglie di disinfettante per le mani. C’era anche tanto personale extra, con la visiera protettiva ed un gilet rosa, per indirizzare ed aiutare le persone in entrata ed uscita dalla stazione.
Una volta in strada, mi sono resa conto che non tutti i negozi avevano riaperto e che non c’erano tutte queste persone in giro.
Anzi, sembrava che la zona di Covent Garden e Holborn fosse per lo più animata da operai, addetti alle costruzioni o ai lavori di ampliamento stradale.
Ho approfittato di una farmacia aperta per comperare poche cose di cui avevo bisogno.
Era molto ben organizzata, con entrata ed uscita separata e segnali sul pavimento. Anche qui i commessi avevano la visiera trasparente.
Le casse erano provviste di barriere di plexiglas, ma si poteva anche usare il self service.
Comunque, non mi sono stressata più di tanto, perché ero l’unica cliente.

Questo probabilmente spiega le scene di isteria di massa che si sono verificate lunedì scorso, quando alcune celebri catene di sport e abbigliamento di Oxford Street avevano registrato un numero spropositato di avventori, sicuramente attratti dai saldi.
L’unica fila (saranno state meno di dieci persone) che ho visto in tutto il tragitto, è stata quella fuori dal negozio della Apple.
Il mercato di Covent Garden era deserto.
Molti bar e ristoranti non hanno riaperto, nemmeno per il take away.
Un’iniziativa che mi è piaciuta molto, sono stati i dispenser gratuiti di gel disinfettante, posizionati intorno a Seven Dials, per iniziativa dei negozianti locali.

Dato che le strade erano eccezionalmente vuote, ho notato particolari architettonici che non mi erano mai saltati all’occhio nella quotidianità affollata del pre-covid19.
Ad esempio, le insegne di negozi vittoriani ormai scomparsi da tempo, la targa commemorativa dell’abitazione del botanico ed esploratore Joseph Banks, il fregio art deco del cinema Odeon, e anche dei murales accattivanti.