L’arte e i piccioni

4thplinth

Nel 1841 il quarto plinto di una delle piazze più famose al mondo rimase vuoto, per mancanza di fondi. Progettato da Sir Charles Barry, il piedistallo avrebbe dovuto ospitare il monumento equestre di Guglielmo IV, che però non fu mai realizzato.  Trafalgar Square, la prima pubblica piazza di Londra, ha dunque da sempre celebrato le glorie militari dell’Impero Britannico, a partire dal simbolo da cui deriva il suo nome, quell’ammiraglio Nelson, vincitore a Trafalgar, che ancora oggi domina la città dalla cima della celebre colonna.  Tuttavia, il quarto plinto è sempre stato sguarnito, e nessun re, ammiraglio o generale vi ha mai dimorato. Un vero e proprio non finito architettonico. Finché, nel 1998, la Royal Society for the encouragement of Arts, Manufactures and Commerce, (RSA) non ha deciso di dar vita ad un progetto di riablitazione del plinto rimasto vuoto, commissionando tre opere da esporre temporaneamente nell’arco di tre anni [Ecce Homo di Mark Wallinger (1999), Regardless of History di Bill Woodrow (2000)  e Monument di Rachel Whiteread (2001)]. Successivamente, il governo ha deciso di proseguire con il progetto, stabilendo un’apposita commissione, in modo da destinare il quarto plinto ad una continua esposizione di opere d’arte contemporanea, con cambiamenti biennali. Nel 2005, la scelta di riservare un angolo della piazza alla bianca scultura di Marc Quinn, realizzata in marmo di Pietrasanta, e raffigurante l’artista focomelica Alison Lapper incinta, aveva suscitato molto scalpore. Quinn aveva detto di aver scelto di ritrarre la sua amica Alison perché le persone disabili non sono sufficientemente rappresentate in termini artistici. La Disability Right Commission aveva definito l’opera potente e ammirevole, mentre un critico l’aveva bocciata come piuttosto brutta. Nello spazio di due anni le polemiche si erano andate sopendo e le forme candide e rotondeggianti della Lapper erano ormai parte del panorama della piazza. Allo scadere del tempo concesso, è giunto il momento di cambiare scultura. La commissione ha scelto un’opera geometrizzante, di vetro colorato, creata dallo scultore tedesco Thomas Schutte e intitolata “Modello per un Hotel 2007”. La scultura, inaugurata il 7 novembre, è alta cinque metri, pesa otto tonnellate, è costata £270,000 ed il vetro con cui è realizzata sarà capace di resistere alle intemperie del clima londinese, nonché, si spera, alle ingiurie dei piccioni. Di sicuro, rappresenta una piccola ventata di novità e colore nella generale monocromia della piazza. Moltissime persone, però, non sono contente del policromo modello di albergo a 21 piani, e hanno affermato di preferire la statua precedente. C’è anche chi si domanda quale arte possa celare il progetto in vetro di un edificio non esistente. Nella vivace dicotomia tra vecchio e nuovo, anche questa è Londra.

11 thoughts on “L’arte e i piccioni

  1. Eccomi!
    Devo solo abituarmi alla nuova grafica, ma ultimamente abbiamo cambiato casa un po’ tutti
    🙂
    anzi, appena capisco come usare il cannocchiale come si deve ti linko anche 😀
    un abbraccio
    Emmo

  2. anche io sono una di quelle persone a cui piaceva la signora con il pancione e’ le gambe corte. nella sua deformita’ aveva un’aria cosi’ armoniosa e placida. vabbe’. se non sbaglio l’ammiraglio nelson rimase famoso anche per i suoi toccatissimi gioielli. era lui? non puo’ essere che lui.

  3. Bello è bello… certo che se riesci a migrare tutto il vecchio blog quassù, è perfetto!!! Io resto ancora legato ad Excite… non voglio perdere niente e non ho il tempo di fare cambi e passaggi. Questo tuo è bello, semplice ed essenziale. Però ho notato che non ci sono tra i tuoi preferiti… non va affatto bene Clau!!!

  4. Bella la nuova grafica! Adesso cambio il link.

    Devo assolutamente farci un giretto a Trafalgar Square.

    Anzi Moya, ho bisogno di un consiglio per le mie corrispondenze su Radio Popolare. Ho avuto uno scambio di mail oggi con la redazione e te ne voglio parlare per conoscere la tua opinione.

    Oggi sono passato dal British, nel senso che l’ho usato come scorciatoia per andare da Bloomsbury a New Oxford Street, e ho pure fatto un giretto al London Review Bookshop. Le torte avevano un aspetto fantastico, ma non ho avuto tempo di fermarmi.

    Dovremo assolutamente esplorare.

    (Mi rendo conto che invece di un commento ho scritto una mail).

  5. … ma che bello, che bello… Quasi quasi mi viene voglia di rimettermi a scrivere 🙂
    Devo provvedere a cambiare il link

    ciaoooo!

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