Foto: © "St. John’s Station" 13/12/2007
Lo si immagina come una creatura dotata di talento artistico, che durante la notte vola attraverso città e campagne a disegnare bellissimi motivi di ghiaccio sulle foglie, i fili d’erba e i vetri delle finestre.
Non si conosce con sicurezza l’etimologia del nome. Alcuni pensano derivi dal folklore nordico, infatti nelle leggende scandinave si menziona un personaggio di nome "Jokul" (ghiacciolo) "Frosti" (gelo). Jack Frost è, insomma, il Gelo, e la sua figura, strettamente associata all’inverno e al Natale, in epoca vittoriana valicò l’Atlantico, grazie ad un’illustrazione di Thomas Nast per Harper’s Weekly (1864), in cui l’elfo compariva circondato di ghiaccioli come simbolo dell’inverno in Central Park.
In queste ultime fredde notti londinesi, Jack si è davvero sbizzarrito in magnifici arabeschi e finissimi gioielli di cristalli di ghiaccio.
E sì, d’accordo con voi che è solo una leggenda e che la brina è il semplice risultato di notti d’inverno, in cui il cielo terso e il calo delle temperature favoriscono il raffreddamento delle superfici…ma la magia, al mattino, è incontestabile.
Foto: © "Ragnatela" 13/12/2007
A me viene in mente il primo, meraviglioso “Fantasia” di WD, e le fate (a’ faataaa!!! Ehm… scusa, m’è scappato) che brinano ogni cosa danzandoci su.
E bello si, io l’altra mattina andando a lezione…e passando dvanti alle macchine con il parabrezza gelato, non ho potuto resistere ho lassiato la mia impotraccia ovunque. mi piace Jack Frost è un grande artista
la scienza spiega. ma spesso poi dice: “no, mi ero sbagliata”. quindi, insomma, tutto e’ possibile. ecco.