Ultimamente, ho una vita frenetica, piuttosto stancante. Lavoro molto, perché l’arte appaga, ma non paga, e quindi bisogna provvedere alle bollette. Viceversa, dedico all’arte e al nutrimento del mio spirito ogni frazione di tempo libero che mi resta, tra un impegno e l’altro. Così, l’altroieri sono stata alla Serpentine Gallery per vedere la retrospettiva di Derek Jarman, curata da Isaac Julien. Julien è un artista e film-maker che stimo molto e ho avuto la fortuna di incontrare quando ero studente. Mi piacciono i suoi lavori, il modo in cui sa fondere pensieri, voci fuori campo, realtà dislocate, tra fiction e documentario. Nessuno meglio di lui poteva curare le opere di un artista tanto importante e pionieristico come Jarman. La mostra è davvero un’esperienza emotiva, per scoprire o riscoprire rari super-8, dipinti sperimentali e installazioni, attraverso una serie di ambienti ad immersione. Il tutto è tenuto assieme ed arricchito dagli interventi di Julien, come le foto scattate nel giardino del cottage di Dungeness o il film biografico "Derek", presentato qui per la prima volta. Dalle sensazioni amniotiche della Serpentine Gallery, alla luce di Hyde Park, il passo è breve, ma significativo. La morte e la vita, il passato e il presente, labili confini. Il sole che tramonta regala al parco e agli alberi ancora scheletrici delle tonalità da vecchia polaroid, rinnovando il senso di mistero e assenza vissuto poco prima. E oggi mi infilo nel London Review Cake Shop, il mio caffè preferito, per rilassarmi e scrivere. Vengo qui quando ho bisogno di leggere, creare, incontrare qualcuno davanti ad una tazza di tè. Nonostante le dimensioni ridotte, il locale, di solito, è tranquillo, specie in mezzo alla settimana. Qualche volta, però, capita che al tavolo di fianco si siedano due donne angle in carriera, con l’accento posh e l’entusiasmo isterico, tutto risatine e consonanti, gossips e questioni lavorativo-familiari. Figure un pò a metà tra i romanzi porcellane e crinoline di Jane Austen e certi film alla David Lean. Voci capaci di disturbare la quiete triste e pregnante di un breve incontro, per parafrasare, o la concentrazione di una mente fin troppo sollecitata (la mia). Donne che, devo dire, posso ringraziare per la produzione di questo post, e maledire per avermi impedito di recensire la mostra di Jarman. La deadline per l’articolo era oggi, ma per (s)fortuna quest’anno è bisestile…
© Photo: Isaac Julien, Derek 2008 – Courtesy of Norman Films & Serpentine Gallery
Quando mi capita di ritrovarmele sedute, in qualche caffè o ristorante dai toni caldi, mi sembra di immergermi in qualche romanzo della Kinshela. Dicono che domani si possa chiedere ad un uomo di sposarci…bha! tradizioni del bisestile. Anche i bambini del college non “pagavano” quindi il fine settimana lo passo lavorando e facendo la pendolare. Che vitaccia ma un Euromillionaire no?
ma hai sentito sta storia che c’e’ qui (o anche in italia?) che il 29 di febbraio le donne propongono agli uomini? che fai tu, ti sposi? boh.
E’ veroooo!! anche qui e’ cosi!! Me l’ha detto la donna delle pulizie, che ha un debole per me!
No, io non propongo proprio un bel nulla. A) tendenzialmente sono allergica ai matrimoni B) i cromosomi del tavoliere mi impediscono di assumere tali iniziative, mentri quelli teutonici mi spingono a restare libera e indipendente C) piu’ che sposarmi preferirei chiedere/proporre una fuitina senza riparazioni haha D) Ricchietto, sono in lista dopo la donna delle pulizie
… mi prenoto per la fuitina. Posso aspettare anche tutta la vita, non ho fretta…
Ah, dimenticavo. Sono enormemente onorato del fatto che questo tuo post ha lo stesso titolo di un mio “vecchio” post…
la tua ricerca di cultura mi fa invidia perche’ le mie giornate sono povere di tempo per mee.
ebbene le cose devono cambiare!
fammi sapere se hai un pomeriggio libero o simili.
Ciao, did you know that theres a Lewisham bloggers drink next Friday March 7th, 8:00 pm at the Royal Albert pub in New Cross Road (Deptford end). Details on facebook: http://www.facebook.com/event.php?eid=7315930977
retrospettiva di Derek Jarman..starebbe per CULO???
ahahahahaha
Ah, splendida la mostra su Jarman… E’ l’accompagnamento perfetto al suo diario finale Smiling in Slow Motion, che mi regalò un caro amico molti anni fa. E’ un libro molto toccante, che illumina la figura di Jarman appieno: un artista puro, con un acutissimo senso di se stesso e del mondo che lo circonda, e anche con un bel po’ di spocchia. Se non l’hai già letto te lo straconsiglio.
Buon weekend Claudia ^^ Spero lì il clima sia un po’ meglio, qui sembra di essere entrati nella stagione dei monsoni..
Abbraccione
Die
Madonna mi sono perso la dichiarazione! Scusa Moyu! Matrimonio?? mmmm no dai, fuitina passionale! 😀
PS guru ti ANO sempre ricorda!