Keep calm and carry on… 

“L’uomo ha snaturato molte cose per meglio convertirle a proprio uso.” Jean-Jaques Rousseau

Non ho scritto qui da molto tempo. Volevo farlo, avevo alcune idee, non mi mancavano gli spunti. Tuttavia, eventi di varia portata mi hanno, in un certo senso, tolto le parole. Dal lato personale, oltre a combattere una brutta infezione bronchiale, che mi ha praticamente “steso” per alcune settimane, nello spazio di due mesi ho perso tre amici a causa di un male incurabile, percui è stato un susseguirsi di addii più o meno improvvisi, anche se non del tutto inaspettati, con conseguenti lutti, che non credo di aver completamente elaborato. Tra una notizia e l’altra, ho vissuto con apprensione gli ennesimi attentati, così efferati e così insensati, che hanno nuovamente insaguinato la città, di cui uno in un’area a me cara e familiare, dove spesso mi trovo a camminare, incontrare amici, fare una pausa. E come non restare turbati e indignati dal doloroso e incredibile epilogo dell’incendio di un grattacielo popolare, che, in primis, poteva essere evitato o, quantomeno, contenuto, e, che, invece, ha raggiunto dimensioni catastrofiche, reclamando vite e disgregando un’intera comunità? Una cappa pesante aleggia sulla città e, forse, sul resto del Paese. Una coltre di interrogativi, che chiamano in causa ideologie criminali e scenari geopolitici, ed un malessere interno, costellato da evidenti mancanze, da parte di una classe politica, che, pensando al profitto, non si è preoccupata di smantellare istituzioni e professioni, congelare salari per quasi un decennio, stritolare i meno abbienti nella morsa dell’austerity, demonizzare gli immigrati (le cui tasse e il cui lavoro pur servono) e la membership in Europa, subappaltando servizi, tagliando aiuti, ignorando cinicamente i più poveri, i disabili, gli indigenti. Gente che non vive sulla luna, ma in seno a quartieri dove vengono tollerati, fianco a fianco con i ricchi, i benestanti, quelli che si possono comprare una casa per investimento e lasciarla sfitta, che non devono fare trafile perché usufruiscono del dottore o dell’asilo privato, e che non temono il rialzo dei prezzi del mangiare o del riscaldamento. Divisioni ed ineguaglianze da epoca vittoriana, dove lo stato è quasi assente e gli enti benefici faticano a riempire i vuoti. È difficile vivere con leggerezza o noncuranza tempi come questi, che arrivano a colpire il nostro quotidiano, eppure bisogna stoicamente andare avanti. Keep calm and carry on, certo, ma, più di tutto, bisogna restare umani, o re-imparare ad esserlo, perché rinchiudersi nel proprio cortile (o  bunker), alle lunghe, rende sempre più cinici, impauriti, aridi ed alienati.

3 thoughts on “Keep calm and carry on… 

  1. Come ti capisco… Sono anch’io pittosto stordita dagli eventi degli ultimi mesi e in un post che ho scritto dopo l’attacco a London Bridge ho usato proprio questa stessa frase “Keep Calm and Carry On”. Che altro si può fare? un abbraccio forte.

    • La mistica Julian di Norwich nel XIII secolo ebbe una visione (una delle tante), in cui veniva esortata alla lietezza, anche in momenti bui, e le veniva dato questo “mantra”: “all shall be well, and all shall be well, and all manner of thing shall be well.’

  2. Hai ragione. Mi rendo conto che a volte passo un sacco di tempo a distrarmi anche per non pensare alla sofferenza, ma è molto più importante restare umani, come dici tu, e non distogliere lo sguardo per non vedere il male.

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