Layers of London è un bel progetto, sovvenzionato da the Heritage Lottery Fund e realizzato dal University of London‘s Institute of Historical Research. Si tratta di una risorsa in rete, gratuita, che aiuta ad esplorare la storia e la geografia di Londra attraverso degli strati, ovvero carte storiche che sono state manipolate in modo da adattarsi alla mappa contemporanea della città.
La creazione di una mappa è un elaborato processo, il cui risultato permette di ricostruire non solo la storia dei cambiamenti fisici di un luogo, ma di fornire anche preziose informazioni sullo sviluppo sociale e culturale del tessuto urbano.
Le mappe testimoniano le millenarie trasformazioni della città di Londra, da avamposto romano a metropoli tentacolare, cercando di spingere oltre lo sguardo, ai possibili sviluppi del futuro post-brexit.
La prima rappresentazione grafica della città risale al medioevo ed è conservata alla British Library. Si tratta dell’itinerario di viaggio da Londra a Chambery compilato dal monaco e cronista Matteo Paris. Il manoscritto è in latino e mostra le varie tappe dell’itinerario, illustrate graficamente in diagrammi miniati, leggibili da sinistra a destra e dal basso verso l’alto. Si inizia dal London Bridge, denominato pons Lond., per poi raggiungere Rochester e Canterbury, prima di avventurarsi attraverso la Manica.
Nonostante alcune espansioni del tessuto urbano, Londra rimase essenzialmente contenuta entro le cinta di origine romana, almeno fino al 1550. Nella Londra del periodo Tudor e Stuart, le mappe assunsero un significato intensamente politico, ma il panorama cittadino non andava comunque oltre la Torre di Londra, come si può notare dal primo livello disponibile, una mappa del 1520 ricostruita da archeologi e storici dell’Historic Towns Trust.
Il grande incendio del 1666 segnò un punto di drammatica cesura, ma anche di ispirazione. All’indomani della catastrofe, si susseguì tutto un fluire di proposte innovative, spesso visionarie, per la ricostruzione della città.
Christopher Wren fu scelto come architetto per la ricostruzione della nuova Cattedrale di St Paul. L’architetto, oltre a dedicarsi a questo ambizioso progetto, fu anche l’artefice, assieme ai colleghi Robert Hooke e Nicholas Hawksmoor della progettazione e realizzazione di ben 51 chiese, che andarono a rimpiazzare un’ottantina di edifici distrutti dall’incendio, e animarono il panorama cittadino di torri, guglie e spirali. La nuova città nata dalle ceneri dell’incendio è raffigurata nella mappa di William Morgan, del 1682.
Verso la fine del XVII e l’inizio del XVIIII secolo, i quartieri centrali conobbero una notevole espansione verso nord, e la popolazione e la vita sociale cominciarono a concentrarsi oltre le mura.
La corte si trasferì nel nuovo quartiere suburbano di St James, i nobili e i borghesi agiati cominciarono a frequentare gli splendidi giardini di Vauxhall and Ranelagh, e qua e là sorsero teatri e negozi eleganti.
Nel 1746 Londra aveva superato le dimensioni di Parigi e si attestava come la città più grande e più ricca di Europa. La mappa di John Rocque, incisa da John Pine lascia accuratamente fuori campo i sordidi quartieri dell’East End, là dove si ammassava una popolazione fatta di marinai, carpentieri, conciatori di pelli, birrai, artigiani e un pauroso esercito di destituti e bevitori di gin.
Questa omissione durerà a lungo, almeno fino agli inizi del XIX secolo, quando la costruzione dei nuovi stabilimenti portuali, orgoglio della città mercantile e patrottica, sposteranno l’attenzione verso questa zona di intenso traffico e sviluppo commerciale.
Londra raddoppierà la sua popolazione in epoca vittoriana e le mappe acquisteranno una notevole importanza. Le Ordnance Survey maps, oltre a registrare il volto della città e l’espansione delle ferrovie, sarano usate per identificare ed analizzare le cause di numerosi problemi sociali, come la povertà e le precarie condizioni di vita di certi quartieri.
Un aspetto che sussiste ancora oggi, in forme diverse, dopo che il tessuto urbano ha conosciuto trasformazioni di ogni sorta, dall’espansione della prima metà del XX secolo, alle ferite inferte dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, dai discutibili interventi di ricostruzione e risanamento seguiti nel trentennio successivo, fino agli sviluppi odierni, segnati da innovative scelte architettoniche.
Grazie a Layers of London ci si può concentrare su una strada, un edificio o un’area e vedere come è cambiato nel tempo.
Attraverso un singolare viaggio cartografico, che è reale, ma anche virtuale, e grazie alla possibilità di sovrapporre le mappe storiche alle sofisticate risorse in rete, come Google Maps, la metropoli più grande d’Europa ci appare come una cttà che non conosce soste e che è sempre capace di reinventarsi ogni giorno.
Un elemento importante del progetto Layers of London sarà quello di lavorare con il pubblico anche nei singoli quartieri, attraverso programmi di sviluppo collettivo, volontariato, scuole e tirocini. Tutti sono invitati a fornire materiali per il progetto, caricando vecchie foto, mappe, lettere e documenti relativi alla storia di Londra.