Il centenario della Prima Guerra Mondiale a Londra

towerLa Prima Guerra Mondiale iniziò per la Gran Bretagna nell’agosto del 1914 e si concluse quattro anni dopo, con una società allo sbando, imperi e paesi distrutti, l’ordine politico sovvertito ed oltre nove milioni di morti. Cento anni dopo, Londra ricorda la guerra e le persone in essa coinvolte, cercando di conciliare opposte visioni: da un lato, l’eroismo e il valore di chi vi prese parte, dall’altro, i motivi e le ragioni politiche e nazionali per cui quella la guerra fu combattuta. Per chi si trova in città, mostre, conferenze ed eventi, aiutano a fare luce sull’impatto del Primo Conflitto Mondiale e sulla sua eredità.
Alla Tower of London, ‘Blood Swept Lands and Seas of Red’ è l’installazione artistica che sta prendendo forma nel fossato della Torre. Un fiume di papaveri in ceramica fuoriesce da una feritoia per riversarsi nello spazio sottostante. Ogni papavero simboleggia un soldato britannico caduto durante la Grande Guerra. L’installazione è stata realizzata dall’artista ceramista Paul Cummins, assistito dallo scenografo Tom Piper, ed e’ stata presentata ufficialmente il 5 agosto per celebrare i 100 anni dal primo giorno di partecipazione della Gran Bretagna alla guerra.
Il titolo dell’installazione viene da una poesia di un soldato sconosciuto e l’opera crescera’ ogni giorno, con l’obiettivo di raggiungere 888.246 papaveri, l’ultimo dei quali sara’ piantato l’11 novembre 2014.
I papaveri sono disponibili per l’acquisto al costo di 25 sterline e il 10% delle vendite sarà devoluto in beneficienza.
poppyRestando in tema di papaveri, fiore simbolo della Grande Guerra, alla Guildhall Library, Rebecca Louise Law, artista nota per le sue grandi installazioni interattive, ha creato Poppy, cielo floreale fatto di migliaia di papaveri di carta. La biblioteca ha in programma mostre ed eventi per ricordare la Guerra e al momento espone memorie, lettere, medaglie e altri effetti personali di individui che presero parte al conflitto.

iwm
L’Imperial War Museum ha recentemente riaperto i battenti dopo aver subito una drammatica trasformazione grazie al progetto di Lord Norman Foster.
Il museo possiede una collezione sulla Grande Guerra tra le più ricche e complete del mondo, ed include armi, uniformi, diari, lettere, ricordi, fotografie, filmati e la ricostruzione di una trincea. Le sale sono state ristrutturate e danno la possibilità di avventurarsi in un percorso multimediale e immersivo, totalmente gratuito. Al piano superiore, una doppia mostra temporanea di dipinti e illustrazioni, racconta la Verità e la Memoria di una Guerra troppo grande.
Verità e memoria che si intrecciano e si sovrappongono, mentre il conflitto viene rappresentato dai soldati stessi. Le opere seguono dettami modernisti, portando in sé il valore dell’autenticità. CRW Nevinson, medico oltre che artista, attinse al linguaggio fratturato del futurismo per mostrare la volontà umana asservita alla macchina. Paul Nash, al fronte come artista di guerra ufficiale, si ispirò ai paesaggi surrealisti per raccontare scene contorte di filo spinato, cariche di nubi scure.
2 T UMAX     Mirage II        V1.4 [2]
The Cartoon Museum, piccola galleria londinese che combina arte ad umorismo, ha invece allestito una mostra di vignette, caricature ed illustrazioni per descrivere e riflettere sulla Grande Guerra 1914-1918, e gli effetti a lungo termine. Le opere spaziano dalla propaganda patriottica alle immagini che avevano messo in discussione il conflitto e la situazione sul fronte occidentale. Alla mostra si accompagna un interessante programma di conferenze ed incontri.
Per finire, alla British Library, una raccolta manifesti, poesie, libri e opuscoli di cento anni fa, esamina come la gente comune avesse saputo fare fronte alle ristrettezze e alla disperazione durante la Guerra.
Tra i tentativi di sollevare il morale, le descrizioni delle incursioni degli Zeppelin nei cieli di Londra e l’umorismo nero delle trincee, in mostra c’è anche un’installazione audiovisiva, con i risultati della Biblioteca di Europeana 1914-1918, importante progetto europeo, che ha digitalizzato oltre 400.000 articoli della Grande Guerra

Mille papaveri rossi

poppies_©LondonSE4 In Flanders fields the poppies blow

 Between the crosses, row on row…

Come ogni anno, questo è il periodo in cui le giornate sono più corte, si tirano fuori le sciarpe di lana, le vetrine rifulgono di precocissime decorazioni natalizie e qua e là spuntano papaveri rossi di carta. I poppies vengono appuntati sui baveri delle giacche, sulle cravatte, nei taschini delle camicie, su borsette e anche tra i capelli. E’ segno che si avvicina il Remembrance Day, l’equivalente britannnico del nostro 4 novembre, una data che in Italia, almeno un tempo, era addirittura festa nazionale e ci si facevano i temi a scuola. Qui, a certe tradizioni, ci tengono. In Gran Bretagna, la data che segna la fine del I° conflitto mondiale è l’11 novembre, perché fu in questo giorno, e precisamente nel 1918, alle 11, che fu dichiarato l’Armistizio. Due giorni prima, una certa Moina Michael, si trovava a New York per il congresso annuale delle segretarie di guerra. Moina, in segno di ricordo per i caduti, decise di utilizzare il suo compenso di $10 per comprare 25 papaveri di seta (l’unico fiore che cresceva sui campi devastati dal conflitto). Appuntò un papavero sul suo cappotto e distribuì quelli che restavano ai delegati del congresso. Due anni più tardi la National American Legion adottò il fiore come simbolo del Remembrance Day. Uno dei membri della legione era Madame E Guerin, la quale organizzò una vendita di poppies in grande scala per aiutare i bambini nelle zone colpite dalla guerra. Milioni di fiori di seta realizzati dalle vedove francesi furono venduti in America e anche a Londra. Nel 1921 la Royal British Legion organizzò la prima vendita di remembrance poppies. Corone di papaveri di carta sono spesso deposte ai piedi dei monumenti di guerra o delle targhe commemorative. Il fiore è menzionato nelle strofe di apertura del poema In Flanders Fields, scritto dal medico e tenente colonnello canadese, John McRae, e pubblicato sulla rivista Punch, l’8 dicembre 1915. Ciò nonostante, non tutti i papaveri all’occhiello hanno tinte rosso sangue.  Alcune persone, scelgono di indossare papaveri bianchi come alternativa pacifista. Questa opzione è stata introdotta dalla Britain’s Co-operative Women’s Guild, nel 1933.