“Un piccolo passo per l’uomo… un grande passo per l’umanità”, un falso clamoroso, un evento epocale… Sullo sbarco sulla luna e le varie missioni ad esso collegate si son sprecati fiumi di inchiostro e di parole. Comunque la si pensi, il bellissimo film – documentario che ho visto stasera, In the Shadow of the Moon, mira a regalare emozioni con la sola forza evocativa delle immagini (gli affascinanti filmati originali delle missioni Apollo, tratti dagli archivi della Nasa,) e delle testimonianze di chi ha vissuto in prima persona l’avventura nello spazio e l’incontro con la Luna. Grazie al ritrovamento delle bobine audio originali, il film è stato arricchito anche da voci e suoni privati, quelli degli astronauti e dello staff al centro di controllo di Houston. All’ombra della luna si è svolta in un certo senso la mia esistenza. Anche se non ero davanti allo schermo quando Tito Stagno esclamava “Ha Toccato!” (in anticipo!), la portata di quell’evento era destinata a segnare profondamente l’immaginario collettivo degli anni a seguire, perché il fatto era in qualche modo recente e i miei genitori, la maestra, i cugini grandi, la TV, tutti ne parlavano, raccontando retroscena ed episodi. Mio padre aveva persino conservato per me una copia del settimanale EPOCA, che, in un bel reportage fotografico, raccontava quel 21 luglio 1969. Le foto erano tratte dal 16mm, e mi ricordo la stampa patinata, i colori netti, la trama sgranata dell’immagine con la navicella in viaggio nel cielo azzurro, e poi la folla a naso in su, gli uomini col cappello e la signora con gli occhiali da sole a goccia e il fazzoletto in testa, fino agli astronauti sul suolo lunare. Quella rivista, che era un’eredità oltre che un regalo, non ce l’ho più. E’ andata persa (o forse, trafugata, chissà) nel trasloco del 2000. Un cruccio, certo, ma ho imparato, a forza di viaggiare e cambiare indirizzi, che non bisogna attaccarsi troppo alle cose materiali, perché ciò che davvero conta nella vita sono le emozioni, i ricordi, le esperienze e i racconti di chi c’era e ci ha voluto regalare il suo tempo.