Come sei venuto a conoscenza del Mudlarking?
Stavo bevendo qualcosa con la mia amica Sarah, un’archeologa, esperta di ossa umane, che lavora per il Museo di Londra. Eravamo vicini al Tamigi e stavamo parlando del suo lavoro. Ad un certo punto lei mi ha suggerito di andare giù sulle rive del fiume in cerca di ossa. Ho accettato la proposta e sono rimasto letteralmente catturato da questa nuova esperienza.
Ogni quanto pratichi il Mudlarking?
Cerco di andare ogni settimana, ma ovviamente tutto dipende dal livello delle maree e dalle condizioni atmosferiche.
C’è bisogno di una particolare attrezzatura?
I “Wellington Boots” sono essenziali! Bisogna anche portarsi dietro un paio di buste per raccogliere gli oggetti che si trovano man mano, e anche alcuni strumenti utili, come una paletta o un piccolo rastrello da giardinaggio. Da un punto di vista igienico consiglio l’uso di guanti e di avere da parte anche qualche cerotto. E anche un taccuino, per annotare informazioni utili, ad esempio il luogo di ritrovamento degli oggetti. Se poi si vuole fare del mudlarking serio, magari per trovare qualche tesoro… ci vuole un metal detector.
Spese extra?
Ci sono costi se si vogliono effettuare scavi sulle rive del fiume; infatti ci vuole un permesso da richiedere all’autorità portuale, che può costare dalle 50 alle 60 sterline. Ma ci sono anche permessi giornalieri, più economici, circa 7 sterline e 50. Ovviamente, se si compra un permesso di scavo, significa che si vuole fare una ricerca accurata, e quindi ci vuole un metal detector. I più economici si aggirano sulle 150 sterline.
Dal tuo punto di vista personale, quali sono gli aspetti eccitanti del mudlarking e cosa consiglieresti a chi non ha mai provato?
Ci sono molti fattori che rendono la pratica del mudlarking così divertente. Innanzitutto trovo interessante la diversità degli oggetti che possono essere trovati lungo il fiume. Poi c’è la possibilità di saperne di più sulla mia città e sulla sua storia ed essere in grado di portarmi a casa i reperti, che, una volta puliti, mi danno la chance di continuare le mie ricerche. Il mudlarking è divertente da fare con altre persone, ma è anche un passatempo rilassante se si è da soli. Io direi di provarlo se si è interessati all’archeologia (a qualsiasi ivello) e se si vuole saperne di più sulla storia del Tamigi e di Londra (o di altri posti, basta che ci sia un fiume o un porto). Ovviamente aspetto di trovare il mio tesoro dei pirati, una scoperta meravigliosa che comprenda oro e uno scheletro intero, magari di un pirata con un pappagallo sulla spalla. Detto ciò, meno mudlarks in giro, più chances per me di trovare il tesoro. 🙂