Gli Angeli di St. Martin in the Fields

St.Martins_ceiling_©LondonSE4

Rimanendo a Trafalgar Square, qualche sera fa, sono andata alla chiesa di St. Martin in the Fields, per assistere ad uno dei suoi famosi concerti di musica barocca, quello suggestivo, a lume di candela. St. Martin fu fondata nel medioevo dai benedettini e l’edificio attuale venne realizzato nel 1726, su progetto di James Gibbs. La chiesa, che esternamente è di gusto classicheggiante e si segnala per una singolare torre gugliata, all’interno mostra delle volte a botte finemente ricamate da bellissimi stucchi. Mentre l’orchestra e il coro bavaresi di Neubeuern eseguivano magistralmente l’oratorio di Bach BWV 245, il mio sguardo si posava, tra un recitativo e un’aria, sui merletti bianchi del soffitto, attardandosi tra le valve di una conchiglia, le volute di un cartiglio e le rotondità celestiali di angeli e nubi barocche. Queste decorazioni eleganti, furono eseguite esclusivamente da manovalanze italiane, nello specifico da Giuseppe Artari e Iacopo Bagutti. Qualche anno fa, prendendo parte ad una delle visite guidate, organizzate mensilmente dalla chiesa stessa, avevo avuto occasione di esplorare l’edificio in tutte le sue parti, comprese le varie zone “nascoste”, come la Royal Box (cioe’ la loggia finestrata riservata ai monarchi), la cripta e le gallerie.  In quell’occasione, la guida ci disse che i cherubini più belli sono quelli dietro l’organo, visibili solo a chi percorre la galleria in direzione della facciata. I putti di St Martin, in generale, appaiono gli uni diversi dagli altri e, al confronto di tanti loro simili, che, pingui e riccioluti, si arrampicano a frotte su altari e volte di chiese continentali e mediterranee, hanno qui, con le loro piccole teste alate, ruolo di spettatori discreti, confinati nel disegno simmetrico delle volte.

415Hz

st alfege

Si è tornati all’orario invernale, il che si traduce in giornate più brevi, con il crepuscolo che si fa largo già alle 4 del pomeriggio. Ma l’autunno, si sa, è foriero non solo di piogge, foglie dorate e frutti da raccogliere, ma anche di novità e iniziative, che a Londra, sede d’eccellenza delle cosiddette "industrie creative", si traducono spesso in fiere e festival. C’è davvero l’imbarazzo della scelta, e si spazia dal famosissimo BFI London Film Festival, giunto alla sua cinquantunesima edizione, all’Italian Film Festival, dal London Design Festival, alla Frieze Art Fair, passando per il Turner Prize (che però quest’anno si tiene a Liverpool) e la London Fashion Week. 

 

Però, per me, l’autunno significa anche un tuffo a ritroso nel tempo, tra suoni ed architetture barocche, a brevissima distanza da SE4.
L’architettura barocca e neo-palladiana di Greenwich, eclettica, sobria, estranea agli artifici esuberanti del movimento, legata invece a forme e a motivi rinascimentali, trova le sue massime espressioni nella Queen’s House di Inigo Jones, nell’Old Royal Naval College progettato da Sir Christopher Wren e nelle forme originali concepite da Nicholas Hawksmoor per la chiesa di St.Alfege.
E’ in questi luoghi che ogni anno, agli inizi di novembre, si tiene l’International Early Music Festival and Exhibition, un appuntamento da non perdere per tutti gli appassionati di musica antica, nonché per gli addetti ai lavori.Per tre giorni si può assistere ad una kermesse di eventi, concerti, recital (per la maggior parte gratuiti) e visitare una mostra mercato di strumenti musicali antichi.
La parrocchia di St.Alfege, riverito luogo di sepoltura di Thomas Tallis, celebre organista e compositore inglese, ha una solida reputazione musicale, con un folto programma di concerti. Due o tre volte l’anno, è luogo prescelto dalla Linden Baroque Orchestra per le sue esibizioni. Sono da tempo una loro appassionata sostenitrice e oggi pomeriggio li ho ascoltati in un programma tutto "italiano", con musiche di Vivaldi, Geminiani, Albinoni e Stradella. 

Che vi devo dire, mi sono nutrita principalmente di musica rock, con raffinate escursioni nel jazz, nel blues e nella musica classica di vario genere, ma solo il suono e la bellezza composta di un insieme di strumenti accordati al diapason barocco di 415Hz, è capace di farmi provare una tempesta di sensazioni ed emozioni, dai brividi alla pelle d’oca, dalla placida beatitudine alle lacrime di commozione.