Caldo da record sull’Europa: a Londra 39°C

hotinthecityDue giorni di caldo eccezionale a Londra, che, da stamattina, sono già un ricordo.
Moltissimi londinesi, complice l’inizio delle vacanze scolastiche, si sono riversati al mare o in piscina, alla ricerca di un po’ di refrigerio. Peccato che abbiano avuto tutti la stessa idea: la spiaggia di Margate era un carnaio, la piscina di Brockwell Lido, presa d’assalto, presentava file chilometriche di aspiranti bagnanti (con tempi di attesa fino a tre ore!) tanto che, alla fine, i gestori hanno dovuto chiamare la polizia per ristabilire l’ordine (il caldo, si sa, rende alcuni molto irascibili, impazienti e proni a menar le mani) e la piscina è stata chiusa. E, a proposito di chiusure di emergenza, anche il nuovissimo stagno di Beckenham Park, ha chiuso i battenti, perché, dato il grande successo all’inaugurazione, si erano creati dei problemi di sicurezza, e il Lewisham council ha già fatto sapere, non senza polemiche, che il pond riaprirà, ma sarà a pagamento, sorvegliato e recintato.
Per chi, come me, doveva restare in città causa lavoro, si trattava di far buon viso a cattivo gioco, (s)vestirsi adeguatamente, cospargersi di crema solare e mantenersi calmi ed idratati, possibilmente all’ombra di una pensilina, dato che treni e overground offrivano un servizio ridotto, per evitare il surriscaldamento dei binari…
Purtroppo, se non c’è aria condizionata o un qualsiasi impianto di ventilazione, usare autobus e metropolitane  con sedili rivestiti di moquette o dover passare il tempo seduti sul sintetico in stantii edifici vittoriani o circondati da vetrate effetto serra, non è il massimo, e a nessuno piace sudare.
Sfortunatamente, queste ondate di caldo estremo si verificano con frequenza ed intensità ormai da qualche anno, e Londra non è mai stata una città attrezzata per convivere con picchi di 37 -39 gradi.
Per fortuna è costellata da tanti parchi e giardini, dove è possibile fuggire nel tempo libero, e provare a dimenticare la calura. Inoltre, sono arrivate le prime 50 fontanelle pubbliche volute dal sindaco Sadiq Khan, per fornire acqua potabile ai londinesi e turisti assetati.
Invece, ieri, nella City, proprio all’ora di punta, quando si svuotavano gli uffici ed il caldo era ancora pesante, dato che non c’erano fontanelle in vista, è arrivata la distribuzione gratuita di bottigliette d’acqua e gelati.
A me è capitato un parente britannico dell’amato “fior di fragola” nostrano (una mia vecchia consuetudine per il ritorno a casa dalla spiaggia). Me lo sono finito di gustare sul London Bridge, mentre ammiravo il panorama, da entrambi i lati. 

David Bowie e la sua Londra

IMG_0851~2#1Due giorni fa, Londra (e non solo) si è svegliata incredula alla notizia della morte di David Bowie. I fan, oltre a ricordarlo sui social media, si sono radunati a Brixton, creando un santuario improvvisato, con fiori e biglietti, davanti al murales del Ritzy cinema.
David Jones, in arte David Bowie, era nato al numero 40 di Stansfield Road, proprio a Brixton, ed aveva passato la prima giovinezza e gli anni di gavetta nel sud est di Londra. Dopo aver frequentato la scuola materna a Stockwell, David si era trasferito con la famiglia a Bromley, quartiere in cui aveva frequentato varie scuole, diplomandosi alla Bromley Technical High School di Oakley Road (oggi Ravens Wood School), con il voto più alto in materie artistiche. Per un breve periodo, aveva anche proseguito gli studi alla Scuola d’Arte di Croydon, ma aveva lasciato per dedicarsi completamente alla musica. Lo vediamo collaborare, nei primi anni Sessanta, con vari gruppi del sud, tra Orpington, Maidstone e Margate. Poi,  nel 1965, decide di cambiare il suo nome in David Bowie. Nel 1969, dopo alcuni mesi vissuti a Kensington, si traferisce di nuovo a sud-est, andando a vivere all’interno 1 di 24 Foxgrove Road, a Beckenham. È in quest’area di Londra che, nel maggio dello stesso anno, Bowie dà vita al Beckenham Arts Club, inizialmente un folk club, nei locali del Three Tuns pub (ora Zizzi). Bowie apparirà anche al primo festival libero di Beckenham, ma, ormai, gli ideali hippy non fanno più presa ed è in arrivo una rivoluzione. A luglio del 1969 esce il singolo “Space Oddity”, e, a ottobre, David, cambia di nuovo casa. Sempre a Beckenham, al numero 42 di Southend Road, in una casa vittoriana: Haddon Hall. L’appartamento al piano terra, dove Bowie mette dimora, ha un soffitto argentato, una grande finestra  e un giardino dove intrattenere gli amici. Parlando della genesi di “Life on Mars” Bowie ricordava un giorno di essere stato al parco e poi di aver camminato fino a Beckenham High Street, per prendere l’autobus fino a Lewisham, dove voleva fare un po’ di shopping. Ma il riff della canzone si era installato così prepotentemente nella sua testa, che, dopo appena due fermate, aveva deciso di scendere e tornare a casa per scrivere il pezzo. Purtroppo, Haddon Hall non esiste più; al suo posto, sono sorti degli appartamenti. Tuttavia, si vede in alcune foto, scattate da Mick Rock, che ritraggono Bowie davanti e all’interno dell’edificio.
bowiehaddon~2Nel 1972 l’album “Rise and Fall of Ziggy Stardust” viene alla luce. Le sue radici sono ancora a sud della città, È a Haddon Hall, che nasce il personaggio androgino di Ziggy Stardust, i cui abiti fantasiosi furono cuciti proprio qui, mentre il taglio di capelli venne elaborato da Susi Fussey, una parrucchiera di Beckenham. Gli stivali a zampa rossi e neri, vennero invece fatti fare su misura a Penge, da Stan Miller della Greenaway and Sons. Le canzoni dell’album nacquero in uno studio improvvisato, nel sottoscala di Haddon Hall.

photo: © Ottavia Castellina

photo: © Ottavia Castellina

Alcuni pezzi, furono provati al secondo piano del Thomas A Becket, un pub che, sopravvive ancora oggi, finalmente restaurato, al 320 di Old Kent Road. Con l’arrivo del grande successo, Bowie lascia Beckenham, per trasferirsi a Maida Vale. Gli anni a sud del fiume erano ormai finiti. Ma è qui che i londinesi lo vogliono celebrare.