Dante a colori

Si avvicina il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, istituita il 25 marzo 2020. Quest’anno, si celebrano anche i 700 anni della morte del Sommo Poeta, avvenuta il 14 settembre 1321.
Ci sono due Danti che mi hanno colpito visivamente quando ero ragazzina.
Uno, tra i più famosi, è quello immaginato da Gustave Doré.
Mio nonno possedeva un voluminoso tomo della Divina Commedia, corredato da incisioni, che la Sonzogno di Milano aveva messo in commercio, sia in versione lusso, sia in, diciamo, economica, con copertina in cartonato e simil pelle, a partire dalla fine dell’Ottocento.
A questo Dante in bianco e nero, se ne aggiunse presto un altro, raffigurato su una cartolina che il vicino ci inviò da Firenze.
Questo Dante era a colori, se ne stava pensoso all’angolo tra il Ponte Santa Trinita e il Lung’Arno, mentre Beatrice gli sfilava davanti, formosa e paludata, circondata da dame di compagnia. Sullo sfondo, il Ponte Vecchio.
Anni dopo, ho scoperto che questa immagine era in realtà un quadro, “Dante and Beatrice”, realizzato dal pittore londinese Henry Holiday.
Il dipinto fu esposto alla Grosvenor Gallery nel 1883 e oggi è custodito alla Walker Art Gallery in Liverpool.
Holiday, che aveva per amici i preraffaelliti, ha raccontato egli stesso la genesi di questo dipinto, per la realizzazione del quale, si era recato a Firenze, nel 1881, ed aveva studiato gli sfondi della scena per filo e per segno.
“Ero rimasto colpito dal fascino del racconto di Dante, del suo dolore quando Beatrice in alcune occasioni gli negò il saluto…”
Holiday aveva scoperto che il Ponte Vecchio, l’elemento centrale del suo dipinto, era stato distrutto da un’alluvione, ed era stato ricostruito poco prima dell’epoca di Dante. Sempre nello stesso periodo, le strade di Firenze erano state pavimentate in mattoni.
Holiday aveva perciò studiato una vecchia pavimentazione a Siena, con i mattoni disposti a spina di pesce.  Studiando gli edifici e i dettagli ancora esistenti, la Firenze di Dante diventava realtà.
Per le dame rappresentate nella scena, il pittore aveva chiesto di posare a Miss Eleanor Butcher (Beatrice), Miss Milly Hughes, (Monna Vanna, in rosso) e Miss Kitty Lushington, figlia di un noto giudice (la donna in blu).
Per Dante, Holiday si era ispirato alle sembianze di suo amico italiano, anche lui artista.
I piccioni del quadro, invece, furono dipinti da John Trivett Nettleship, un celebre pittore inglese, specializzato in animali, soprattutto leoni, e anche lui in rapporti amichevoli con i preraffaelliti.

 

A Londra, l’immaginario gotico di Heinrich Füssli e William Blake

Attraverso le opere di Heinrich Füssli e William Blake si riscopre la predilezione per i temi fantastici e soprannaturali che caratterizzò la cultura inglese tra il 1770 e il 1830.

-John_Henry_Fuseli_-_The_NightmareIl gusto per i racconti e i poemi Gotici, incentrati sui temi della magia, del terrore e dell’amore, furono il grande fenomeno culturale del XVIII secolo. Numerosi furono i parallelismi venutisi a creare tra il Gotico in letteratura e la sua rappresentazione nelle arti visive.
Riferendosi al concetto di Sublime, il filosofo James Beattie così scriveva nel suo “Illustrations on Sublimity” (1783):
“Esiste una specie di orrore che può essere infusa nella mente sia dalle naturali apparenze sia da una descrizione verbale; e che, sebbene faccia gelare il sangue nelle vene e riesca a  produrre una paura momentanea, non è spiacevole, ma può essere persino gradevole: e di conseguenza, gli oggetti che produce sono detti sublimi”.
Il capolavoro enigmatico ed emblematico di Füssli (Henry Fuseli per gli inglesi) è certamente The Nightmare (L’incubo), oggi conservato al Detroit Institute of Arts. Il quadro è stato un’icona dell’orrore sin da quando fu esposto per la prima volta alla Royal Academy nel 1782. L’opera, attraverso numerosi riferimenti al folklore, alla scienza e all’arte classica, diede vita ad un nuovo modello di immagine, carica di simboli e sensualità. Le intenzioni di Füssli erano quelle di scioccare e intrigare il pubblico e al contempo crearsi un nome grazie alle sensazioni  suscitate dal suo dipinto. Ottenne ciò che si prefiggeva ed infatti l’opera fu copiata e presa a modello innumerevoli volte.
Inoltre, l’artista era particolarmente attratto dagli elementi crudeli ed erotici delle tragedie di Shakespeare.
Dipinse infatti diverse scene del Macbeth, tra cui Lady Macbeth che afferra i pugnali (Lady Macbeth Seizing the Daggers) e le tre streghe del primo atto.
Svariati disegni realizzati da Füssli e la sua cerchia esemplificano l’uso provocatorio e sensazionale dell’orrore e lo stile dinamico con cui si delinea la nuova immagine dell’eroe.
Non bisogna poi dimenticare che tra il 1789 e il 1815 la società europea fu drammaticamente influenzata e trasformata dagli esiti della Rivoluzione Francese e dalle Guerre Napoleoniche.
Idee democratiche d’impronta radicale e anche una certa paranoia politica animavano la società inglese dell’epoca. Il mondo appariva mostruosamente deformato dalle nuove idee, ridisegnato da un’utopia.
In questo contesto di incertezza e ambivalenza nei confronti degli eventi politici e internazionali si situano le opere di tema apocalittico di William Blake. L’immaginario gotico influenzò notevolmente la sua arte, a partire dai disegni giovanili delle tombe medievali nell’abbazia di Westminster fino alle illustrazioni per opere importanti, come la Bibbia, i Canterbury Tales di Chaucer e e la Divina Commedia di Dante.
Quest’ultimo lavoro prevedeva una serie di incisioni da accompagnare ai vari canti, ma, nel 1827, alla morte dell’artista, ne erano state realizzate solo sette. Tuttavia esiste un corpus cospicuo di disegni, acquerelli, appunti, che denotano un coinvolgimento molto più profondo con il testo. Nel 1825, Blake aveva detto al giornalista Henry Crabb Robinson che ‘Dante vedeva demoni dove io non vedo nulla – io vedo solo il bene.’
Per l’artista, il mondo medievale incarnava un ideale di unità e di inseparabilità tra lo spirituale ed il bello. Tuttavia, Blake non si riconosce nell’idea dantesca di punizione e vendetta. Inoltre c’è la volontà di distanziarsi dal dogma cattolico espresso dal sommo poeta.
Il Gotico in letteratura ha avuto un’influenza assai duratura tanto che opere rappresentative come Frankenstein di Mary Shelley (1818) si leggono ancora oggi. Anche nelle arti visive contemporanee, in particolare nel cinema e nella televisione, si rintracciano echi di questo fenomeno. Copiato e  ridicolizzato nel corso del XIX secolo, L’incubo di Füssli ha continuato ad ispirare artisti, scrittori e registi. Attraverso le sue suggestioni sensuali il dipinto ha esercitato ed esercita una grande influenza, e resta l’ultimo testamento di un’epoca fosca e turbolenta della  storia inglese.

Una selezione di opere di Füssli e Blake si può ammirare gratuitamente alla Tate Britain, nelle sezioni: WALK THROUGH BRITISH ART (1780) THE BLAKE ROOM. I disegni di entrambi gli artisti si possono vedere, tramite appuntamento, nella Prints & Drawings room.