La vera identità di Jack lo Squartatore…

Jack A distanza di oltre un secolo, la turpe storia di Jack lo Squartatore pseudonimo dietro al quale si cela l’identità, mai svelata, di un terribile serial killer, che terrorizzò l’East End londinese, continua ad affascinare l’immaginario collettivo. Innumerevoli sono i turisti, che ogni giorno si affidano a tour guidati, alla scoperta dei dettagli più raccapriccianti o degli angoli oscuri in cui l’assassino adescava le sue vittime (povere donne che si prostituivano per sbarcare il lunario). Nel tempo, si sono fatte moltissime congetture su chi fosse veramente Jack lo Squartatore, killer efferato, che soleva sventrare le sue vittime, con furia e precisione chirurgica, prendendosi anche gioco delle autorità. Sono stati variamente sospettati personaggio più o meno noti, dal principe Albert Victor, sifilitico a causa delle scorribande nei bordelli dell’East End, al pittore vittoriano Walter Sickert, misogino per un difetto congenito e reo di aver ritratto loschi nudi di prostitute in squallidi interni, e per aver alloggiato in una di queste camere a Camden, ritratta poi nel quadro ‘Jack the Ripper’s bedroom’. La scrittrice Patricia Cornwell ha speso tempo e milioni per provare che l’artista è l’assassino di Whitechapel, arrivando persino a distruggerne una tela. Ora, però, il Daily Mail ha esordito con la sensazionale notizia che Jack lo Squartatore era un barbiere di nome Aaron Kosminski,immigrato polacco di origini ebraiche, nel 1881, Kominski era fuggito dalle persecuzioni religiose nel suo paese, e si era stabilito con la famiglia a Mile End. Il giovane era già nel registro dei sospetti, all’epoca dei delitti, e morì nel 1899 di cancrena, in un manicomio. Ad inchiodarlo, dopo 126 anni, sarebbero le prove del DNA eseguite su uno scialle appartenuto ad una delle vittime dello Squartatore: Catherine Eddowes. Lo scialle, mai lavato dalle tracce di sangue, è stato acquistato all’asta nel 2007, dal ‘ripperologo’ Russell Edwards, e sottoposto ad esami di laboratorio grazie alla collaborazione di Jari Louhelainen, esperto di biologia molecolari, e i discendenti della Eddowes e di Kosminski. Molti esperti sono scettici, perché in oltre un secolo, le tracce di DNA potrebbero essere state corrotte dal passaggio dello scialle in mani diverse. Inoltre, molti scienziati hanno chiesto ulteriori esami e un rapporto che possa essere verificato. Mentre si dibatte su un’identità da provare, l’interesse per Jack lo Squartatore prosegue e si moltiplicano i tour alternativi nelle viuzze dell’East End.

 

La Londra di Jack Lo Squartatore

jack_the_ripper_walk©LondonSE4Il tour su Jack lo Squartatore è sicuramente quello di maggior successo, nella vastissima offerta di escursioni turistiche londinesi.  Nata una trentina di anni fa, la visita speciale ai luoghi degli orrendi delitti, rimasti impuniti dopo oltre 100 anni, si è moltiplicata in varie versioni. Basta inserire ‘Jack the Ripper tour’ in un qualsiasi motore di ricerca, per accorgersi di quante agenzie ed associazioni turistiche propongano questa escursione di gran successo. Certamente, i diversi film e libri sull’argomento, hanno contribuito ad alimentare l’interesse per una delle pagine di storia londinese, tra le più oscure e raccapriccianti. Anni fa, avevo seguito una valida London Walk dal titolo ‘Jack The Ripper Haunts’.  Ieri sera, grazie al mio amico Paul, una guida autorizzata, ho ripetuto il tour, questa volta basato più sulla storia sociale dell’area in cui il serial killer condusse  indisturbato i suoi misfatti, e corredato da documenti e fotografie dell’epoca. Generalmente, ma non sempre, le escursioni sull’argomento partono  da Tower Hill e si addentrano nell’East End, tra Spitalfields e Whitechapel, ripercorrendo i terribili delitti dello Squartatore. Noi abbiamo, invece, camminato a ritroso, partendo dall’arco che conduce fino a Gunthorpe Street. Il pub sulla sinistra – The White Hart – è stato in questo luogo per oltre 250 anni ed alcuni pensano che Jack lo Squartatore possa essere stato uno degli avventori.  La zona ha subito nel tempo degli stravolgimenti edilizi e, dove prima si snodava un ammasso di viuzze maleodoranti e case fatiscenti e sovraffollate, ora ci sono banche , uffici e edifici abitativi moderni. Inoltre, in Mitre Square, nel punto esatto in cui fu ritrovata Elisabeth Stride, con la gola tagliata e il corpo orrendamente mutilato, oggi troviamo aiuole ed innocue panchine (tuttavia, la polizia continua a chiamare questo punto, ‘The Ripper’s corner’).  Proseguendo oltre, al di là di cemento, grattacieli e vetrine di ristoranti, si ritrovano immutate  le forme di un tempo, edifici dimessi, vecchie insegne, ex work-houses riconvertite in appartamenti, case degli ugonotti rimaste immutate dal XVIII secolo, una cappella in Fournier street, poi sinagoga ai tempi di Jack the Ripper ed ora moschea, e il vecchio mercato di Spitalfields. L’oscurità aiuta a ricreare l’atmosfera e, con un po’ di fantasia, alimentata dai racconti della valida guida, si riesce davvero ad essere catapultati nel 1888…  Tra i vari siti, sono rimasti miracolosamente intatti dei pub, quelli frequentati dalle prostitute e dalle sfortunate vittime del serial killer. Ye Olde Frying Pan è ancora là, in Thrawl Street, all’angolo con Brick Lane, ma ora si chiama Sheraz Balti House ed è  un ristorante indiano. Il Ten Bells pub, in 84 Commercial Street, che con i suoi interni rimodernati, in falso stile vittoriano, rappresenta ormai una mera attrazione per turisti (pare che anche Johnny Depp ci sia passato per una birra, anche se il film ‘From Hell’ venne girato a Praga) si trova  vicinissimo a Dorset Street, dove la povera Mary Jane Kelly, l’ultima e più giovane vittima, fu brutalmente assassinata. Di fronte al pub, c’è una delle più belle chiese di Londra. Christ Church risale alla fine del XVIII secolo e fu progettata da un allievo di Christopher Wren, sir Nicholas Hawksmoor. ChristchurchIl sagrato è stato descritto da Jack London nei suoi racconti sull’East End (The People from Abyss – 1903) e, tra la gente del posto, i giardini adiacenti alla chiesa, erano denominati ‘Itchy park’, per essere noto ritrovo di vagabondi e mendicanti.