Una visita differente. A Londra riapre la National Gallery.

National Gallery

© Roberto.Trombetta on Visual Hunt / CC BY-NC

Tra le tante cose che l’emergenza coronavirus ha cambiato nelle nostre vite si può annoverare la casualità e, se vogliamo, un po’ di spontaneità.
Il distanziamento sociale significa pianificare, prenotare, mettersi in fila.
Non si può più, almeno fino a quando la situazione non tornerà normale, passare davanti all’ingresso di un luogo di intrattenimento, di un museo o di una galleria, e decidere di entrare, seguendo l’ispirazione del momento.
Tuttavia, l’arte è una terapia, che aiuta a migliorare l’umore e arricchire la nostra vita.
Ecco perché non possiamo non accogliere con piacere la notizia che la National Gallery ha riaperto finalmente ai visitatori, dopo 111 giorni di lockdown.
E’ stato il periodo più lungo di chiusura per questa famosa pinacoteca, che era riuscita a mantenersi fruibile, anche durante due conflitti mondiali.
L’ingresso è sempre gratuito, ma stavolta bisogna prenotare in anticipo un biglietto orario.
La mascherina per i visitatori non è obbligatoria (come avviene nei musei italiani), ma consigliata.
Il distanziamento sociale è in atto fin da Trafalgar Square.
All’interno, si dovranno seguire tre possibili percorsi tematici obbligatori: Arte Italiana, Arte Nord-Europea, Arte Britannica.
Nelle sale sarà possibile sostare a piacere, sempre seguendo le frecce, le regole e le distanze.
Il personale potrà decidere di far fluire i visitatori altrove, se i numeri in ciascun ambiente diventeranno eccessivi.
Per le guide turistiche con patentino, i detentori di carte ICOM e Museum Association e chi lavora o svolge volontariato nei musei, le mostre speciali non saranno più gratuite o scontate, almeno fino ad ottobre 2020.
Questo è stato deciso dal National Museum Directors’ Council, data la scarsa disponibilità di biglietti a pagamento e il danno finanziario subito dalle istituzioni museali.
Pur comprendendo le suddette ragioni, ICOM ritiene che la scelta sia in qualche modo reazionaria e non tenga conto dei più ampi vantaggi dell’accesso gratuito e reciproco, ad esempio la costruzione e lo scambio di conoscenze professionali e la promozione di un accesso più ampio e diversificato (oltre al fatto che, abbonarsi a questi schemi, ha comunque un costo annuale significativo: 89 sterline per ICOM e 94 sterline per MA).

I Buongustai dell’Arte: cibo e cultura, in giro per l’Italia

italyunpacked-1Andrew Graham-Dixon è uno dei critici d’arte più importanti della scena anglosassone. Ha presentato per la BBC svariate serie televisive sull’arte, ha scritto recensioni per giornali come The Independent e The Sunday Telegraph, e ha all’attivo numerosi libri di successo. Giorgio Locatelli è considerato uno dei migliori chef italiani nel Regno Unito. Anche lui ha collaborato con la tv,  in programmi e rubriche di cucina, e il suo ristorante londinese, la rinomata Locanda Locatelli, premiata con una stella Michelin nel 2003, serve piatti della tradizione italiana, specialmente regionale, con ricette tipiche del Nord e del Sud. Italy Unpacked è un programma della BBC in tre puntate, basate tutte su regioni del nord Italia: L’Emilia Romagna, la Lombardia ed il Piemonte. In questa guida artistico-gastronomica, condotta in zone spesso snobbate dal turismo di massa, lo spettatore può seguire i due insoliti compagni di viaggio, Andrew & Giorgio, mentre visitano luoghi più o meno noti, incontrando personaggi differenti, unendo le loro passioni, conoscenze e idiosincrasie, condividendo con entusiasmo e vivacità le esperienze fatte lungo strada. Così, tra un affresco di Lorenzo Lotto e un culatello, un palco alla Scala e un risotto d’oro, tra una corsa in Ferrari e un salto in pinacoteca, innalzando gli spiriti tra guglie gotiche e vero ragù all’Artusi (con licenza poetica di due cucchiai di salsa di pomodoro), l’unione tra sublime e materico, tra Arte e Culinaria, non appare più impresa impossibile. Quello che si apprezza del programma, non è solo la commistione tra cultura e gastronomia, il corrispondersi della bellezza (sia essa racchiusa in pennellate manieriste o nidi di tagliatelle fumanti), ma anche la spontaneità dei protagonisti, che, sebbene – è ovvio – seguano una struttura e un copione stabiliti a priori, riescono tuttavia a meravigliarsi, ad appassionarsi, a prendersi in giro. Perché, e forse questo resta difficile da comprendere a fondo, tanto per chi si ciba di “spaghetti bolognese” quanto per chi ignora i tesori che si celano dietro le mura di casa propria, il cibo e la cultura, soprattutto in Italia, sono entità indissolubilmente legate…
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