Il Red Lion era un teatro situato a Whitechapel, immediatamente fuori dalle mura della City di Londra.
Fondato dal mercante di spezie John Brayne, questo edificio è ampiamente considerato come il primo teatro costruito appositamente in epoca elisabettiana per ospitare le numerose compagnie in tournée a Londra. L’edificio ebbe vita breve, ma si suppone che proprio qui fossero state messi in scena i primi drammi del giovane Shakespeare, verso il 1590.
Le uniche informazioni conosciute sul Red Lion provengono da due cause legali (una del 1567 e l’altra del 1569) tra il proprietario e i falegnami che avevano lavorato alla costruzione del teatro. La seconda causa verteva sulla qualità dei lavori e includeva una descrizione accurata del palcoscenico, incluse le dimensioni.
Gli studiosi hanno dibattuto a lungo sull’esatta posizione di questo teatro elisabettiano, servendosi di mappe del XVII secolo.
Adesso, i resti del Red Lion, sono stati rinvenuti da Archeology South-East, una branca dell’Istituto di archeologia della UCL.
Nel gennaio 2019, gli scavi archeologici condotti a Whitechapel hanno messo in luce una struttura rettangolare in legno, che corrisponde alle misure del palco menzionate nelle cause legali.
Ulteriori scavi hanno svelato i resti di edifici del XV – XVI secolo, forse le cantine della birra e la locanda. Sono stati rinvenuti vari recipienti di vetro e ceramica, come bicchieri, tazze, bottiglie e boccali, che dimostrano una continuità nell’attività di questa taverna, almeno fino al XVIII secolo.
Le indagini archeologiche, monitorate da Historic England, sono state commissionate dal comune di Tower Hamlets e dal gruppo RPS per conto di Mount Anvil e L&Q, società di costruzioni residenziali, prima che il sito in 85 Stepney Way venga edificato.
Tutti i reperti sono ora in fase di studio ed interpretazione. Historic England prevede di esporli in modo permanente, all’interno della nuova costruzione, in modo da far apprezzare al pubblico la storia del sito.
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La City di Londra celebra Shakespeare, a 400 anni dalla sua morte
Quest’anno si celebrano i 400 anni dalla morte di William Shakespeare. In programma, una serie di mostre, spettacoli ed eventi in tutta la Gran Bretagna per ricordarlo.
Come per molti oggi, la City di Londra potrebbe essere considerata il posto di lavoro di Shakespeare, dal momento che il bardo vi trascorse gran parte della sua vita.
L’antico cuore di Londra, seppur molto diverso rispetto a come si presentava in epoca Elisabettiana, conserva ancora tracce interessanti.
Il contrasto tra vita rurale ed urbana, città e territorio, cultura cattolica e protestante, nonché la coesistenza, spesso problematica, con il diverso o l’altro da sé, si ritrova in molte opere scespiriane.
Nel XVI secolo, Londra era ancora contenuta nelle fortificazioni romano- medievali, anche se la popolazione stava aumentando rapidamente e diventando sempre più diversificata, grazie all’arrivo di immigranti e visitatori. C’erano infatti ugonotti francesi, mercanti italiani e del nord Europa, ebrei sefarditi, e molti schiavi neri liberati dalle galere spagnole.
Londra era una metropoli colorata, sporca, intrigante e vivace.
L’area intorno a Southwark, vicino al Bankside, essendo fuori dalla giurisdizione della città, era piena di birrerie, bische e bordelli, e il pubblico veniva intrattenuto da artisti di strada o da spettacoli, allestiti in teatri come il Globe ed il Rose.
Oltre a questi, un sito molto importante all’epoca, era il Blackfriars Playhouse. È opinione diffusa che Il Racconto d’Inverno e Cimbelino fossero stati scritti da Shakespeare per essere messi in scena qui, anche se alla fine vennero rappresentati al Globe.
Quando abitava a Londra, Shakespeare forse alloggiò proprio nei pressi del Blackfriars Playhouse, ma non è assolutamente certo, anche se ci restano sule prove documentarie di un acquisto immobiliare avvenuto nel 1613. Invece sappiamo che, nel 1604, il celebre drammaturgo dimorava nella casa di Christopher Mountjoy – un ugonotto francese. Quest’abitazione non esiste più, perché fu distrutta nel grande incendio del 1666, che spazzò via gran parte della città.
La City ha dato il via alle celebrazioni per commemorare il suo illustre abitante, con Shakespeare Son et Lumière , uno spettacolo gratuito di luci e suoni, proiettato sulla facciata della Guildhall.
Inoltre, una targa commemorativa, è stata svelata nel giardino di St Olave Silver Street, nelle vicinanze del luogo dove si ritiene avesse alloggiato il Bardo.
Una delle immagini più significative di Londra ai tempi di Shakespeare è l’incisione di Claes Jansz Visscher, eseguita nel 1616. L’opera è in mostra alla Guildhall Art Gallery fino al 20 novembre. Accanto a questa celebre incisione, si può ammirare anche una versione moderna, realizzata dall’artista Robin Reynolds. La nuova veduta di Londra, include riferimenti a trentasette opere del Bardo, più tre grandi opere poetiche, ed i sonetti.
Al Museum of London, fino al 9 agosto, una piccola mostra gratuita, permette di esplorare la vita quotidiana ai tempi di Shakespeare, attraverso oggetti menzionati nei poemi e nelle opere teatrali. I manufatti esposti comprendono degli anelli d’oro, un orologio, una tazza per una bevanda calda, molto popolare all’epoca, un pettine di avorio.
Attraversato il Tamigi e raggiunta la riva sud del fiume, nel fine settimana del 23 e 24 aprile, si potranno esplorare 37 opere del Bardo in formato video, grazie ad un percorso interattivo di due miglia e mezzo, tra Westminster Bridge e London Bridge. The Complete Walk , un’iniziativa gratuita, include un’applicazione iOS e una mappa scaricabile in pdf dal sito del Globe Theatre, organizzatore dell’evento.
La forchetta di Shakespeare
L’evasione dal quotidiano fa parte della natura umana. Che si fugga dal traffico, dalla routine, dai rumori, o dal fango, dalle fatiche e dalle imposizioni, poco importa. Da sempre, la mente ha bisogno dei suoi spazi per viaggiare o, semplicemente, riposare. Quattro o cinque secoli fa, quando non c’erano TV e internet, i servizi igienici erano scarsissimi e le case, costruite in travi di legno, pigliavano facilmente fuoco, i londinesi riuscivano a divagarsi lo stesso. Come? Con il teatro, che, guarda caso, si trovava sempre in zone licenziose e malfamate, con il beneplacito di sua Maestà.
Queste aree erano denominate “liberties”, vi fiorivano bordelli e scoppiavano risse, si faceva mercato all’ingrosso e ci si ubriacava in compagnia. Menzionando il teatro elisabettiano, la maggioranza di noi oggi pensa al Globe Theatre, palcoscenico di successo per le opere di Shakespeare. Tuttavia, alla fine del ‘500, tra Shoreditch e Southwark, di teatri rotondi, a tre piani, in cui plebaglia e nobiltà si mescolavano per due ore di farsa o tragedia, ce ne erano parecchi. Un penny per stare in piedi nell’arena, alla mercè delle intemperie, o somme più alte per sedersi in galleria o addirittura sul palco, vicino agli attori, per un momento di narcisismo irripetibile. Di questi teatri, restano i nomi suggestivi: Curtain, Swan, Fortune, Red Bull… Del Rose Theatre si sono rinvenute le fondamenta una ventina di anni fa. Costruito nel 1587 dall’impresario Philip Henslowe, in società con il droghiere Cholmey, il Rose era di forma poligonale e realizzato in materiali tradizionali (travi di legno, intonaco, gesso e pagliericcio). A differenza di altri teatri, questo spazio permetteva la messa in scena di grandi opere, su due livelli. Il Rose funzionò a pieno ritmo fino al 1605, anno in cui chiuse i battenti e venne raso al suolo. Per modo di dire, dato che nel 1989, durante dei lavori di costruzione, le ruspe si imbatterono nelle sue fondamenta. Il teatro passò sotto la cura del Museo di Londra, che tutt’ora indaga il sito, con un’equipe di studiosi ed archeologi. Dal 1999, il Rose è aperto al pubblico e, una parte di esso, dal 2007, funziona come spazio performativo, con opere elisabettiane o contemporanee. Frattanto, i lavori di scavo e indagine proseguono. Tra i vari oggetti rinvenuti, numerosi semi e gusci di nocciole, monetine e persino una forchetta. Quest’ultima, conservata al Museo di Londra, sarà protagonista di un programma radiofonico, sulla BBC Radio4, dedicato al mondo di Shakespeare, che inizierà il 16 aprile prossimo.