(Royal) Baby on Board

tfl_babyI media britannici si sono scatenati, da quando Kate Middleton, Duchessa di Cambridge, in preda a violentissime nausee mattutine, è stata ricoverata all’ospedale (privato) King Edward VII.

Impossibile per St. James Palace nascondere la notizia della gravidanza ai giornalisti, e così, su tabloid e quotidiani, fioccano le informazioni sull’iperemesi gravidica, di cui la Duchessa è vittima, con pronostici sul sesso e nome del nascituro, nonché sulla data del lieto evento.
Persino la BBC ha interrotto la programmazione per annunciare ai sudditi la novella. Ma se Kate vive l’evento in maniera privilegiata, circondata dalla simpatia del largo pubblico, e sollevata da tutte le cure e premure a disposizione di una futura regina, vale la pena rammentare che, in un sondaggio del 2006, Londra si classificava come la città meno “pregnancy-friendly” del Regno Unito: il 45% delle mamme in attesa venivano completamente ignorate, anche quando la pancia era ormai più che evidente. Un’altra ricerca mostrava come il 92% degli intervistati fosse d’accordo sul fatto di cedere il posto su metro ed altri mezzi di trasporto alle donne in stato interessante, ma nella realtà il posto veniva offerto solo al 16% delle londinesi incinte.Chiaramente esiste sempre una discrepanza, tra quella che sembra la cosa giusta da fare e la sua messa in pratica. E’ anche vero che, per quanto individualista e misantropa possa essere la popolazione della metropolitana, a volte resta meno agevole individuare una donna incinta, specie quando è agli inizi della gravidanza o infagottata in un pesante cappotto.Tuttavia, infilarsi nei cunicoli della tube londinese, significa anche negoziare spazi angusti con miriadi di esseri umani frettolosi ed egoisti, persi in cuffiette, telefonini, libri elettronici o cartacei, giornali; passeggeri che sgomitano per accaparrarsi un posto o la pole position vicino alle porte, che preferiscono leggere, guardarsi la punta delle scarpe o scrutare le pubblicità del vagone, pur di non dare attenzione al prossimo.

Per ovviare a questa situazione, LU (London Underground) si è inventata una spilletta con su scritto “Baby on Board!”. Questa, è, in teoria, una valida idea; spiccando sul cappotto, la giacca o la maglia, fa sapere discretamente ai passeggeri che non si è in sovrappeso per estremo consumo di birra o take away, ma che esiste un motivo serio per cui meritarsi di ricevere un posto a sedere, invece di un’occhiata di scherno, disapprovazione o, peggio, indifferenza.  A distanza di quasi cinque anni dal lancio dell’iniziativa, sarebbe però interessante scoprirne l’effettiva percentuale di successo, considerato anche il fatto che, il 20% delle donne in dolce attesa, preferisce evitare il trasporto pubblico e utilizzare invece il taxi o veicoli privati, proprio per non dover rimanere in piedi per lungo tempo durante un viaggio in tube. Indossare un badge non può fare miracoli, specie se manca un’educazione civica di fondo, unita all’empatia e alla sollecitudine nel cedere il posto a chi ne ha più bisogno. Comunque, meglio di niente.La spilletta è gratuita, e si riceve per posta, assieme ad un messaggio di congratulazioni, scrivendo un’email a babyonboard@tube.tfl.gov.uk, oppure telefonando al numero: 0845 330 9880

Giubileo bagnato…

Diamond_Jubilee_ Pageant_©LondonSE4Chissà se è vera la teoria dei corsi e dei ricorsi di vichiana memoria… Eppure, sessant’anni fa, nel giorno dell’incoronazione di Sua Maestà Elisabetta II, il tempo era pessimo. La settimana precedente quel lontano 2 giugno del 1953, le Isole Britanniche avevano conosciuto delle temperature estive meravigliose, ma la data della cerimonia venne funestata da atmosfere autunnali, vento freddo e pioggia. Un po’ quello che si è verificato ieri, quando una parata di mille imbarcazioni, ha percorso un tratto del Tamigi, accompagnando l’infaticabile sovrana, a bordo della  Royal Barge, e dando il via ai festeggiamenti del Giubileo di Diamante. Nonostante il cielo plumbeo, la più grande parata fluviale degli ultimi 350 anni si è svolta con successo; lo spettacolo di navi storiche, pescherecci, barche a remi e persino due gondole, ricordava un famoso quadro di Canaletto, e più di un milione di persone, tra sudditi, turisti e curiosi, ha sfidato il freddo e le intemperie per far parte dell’evento. Siamo stati a Battersea Park, attrezzato con mega schermi, palchi musicali, bancarelle, tendoni da circo, una fiera del tè e delle torte,  mille jubilee cakes realizzate dal Women’s Institute, la mostra gratuita di memorabilia reali alla Pump House gallery, una bandstand con musiche e balli anni cinquanta e il car boot sale con vetture d’epoca. C’erano persone che erano là dalla mattina presto, organizzatissime, con cappellini, vivande, seggiolino, ombrello, stivali di gomma, bicchieri di birra e pimms. Molti si erano truccati e travestiti per l’occasione, e le bandiere con la Union Jack sventolavano ovunque, mentre vecchi e bambini, pur di vedere la Regina passare, sfidavano l’ipotermia, tra vessilli, copricapi variopinti e trombette. Ci avevano anche dato degli ottimi periscopi usa e getta, di cartone, con i quali era possibile scrutare il fiume, anche se non si era in prima fila. E, oltre alla monarca, vestita di bianco e tempestata di swarovsky, e la Kate Middleton in abito rosso fiammante, devo ammettere che, l’hot dog del Giubileo, “one foot long”, con cipolle e ketchup, valeva da solo mezz’ora di fila nel pantano.