Londra segreta: la stazione di Aldwych

aldwych stationPer iniziare l’anno, non c’è niente di meglio di un’avventura davvero metropolitana, alla scoperta della Londra più segreta.
La stazione di Aldwych, a Strand, è un luogo segreto ed affascinante, che merita assolutamente di essere vissuto e visitato.
L’edificio, con l’impianto sottostante, fu costruito dalla Underground Electric Railways Company ed aperto al pubblico nel 1907. Al livello stradale, Aldwych fu progettata da Leslie Green, in quell’iconica veste a piastrelle rosso scuro, che caratterizza altre stazioni di inizio Novecento. Tuttavia, questo è l’unico esempio superstite a possedere due ingressi separati, incluso il nome originale della stazione.
Aldwych fu utilizzata per servire la linea Piccadilly, ma non raggiunse mai il potenziale sperato, e, nel 1994, venne chiusa, a causa dei pesanti costi di manutenzione.
Tuttavia, oggi la stazione resiste intatta a tutti i livelli e, occasionalmente, è visitabile con un tour speciale, organizzato dal London Transport Museum.
Scendendo nel sottosuolo, si possono ammirare ancora la biglietteria originale, completa di uffici di prenotazione e segnaletica e, immediatamente di fronte, una serie di cabine telefoniche in legno degli anni ’30. Anche le cabine degli ascensori sono originali, e presentano una cornice dentellata e griglie di ventilazione in stile art nouveau.
Sopravvivono in buono stato anche i rivestimenti dei muri, della scala a chiocciola e dei corridoi inferiori, in piastrelle color crema e verde scuro.
La stazione, durante il Blitz, diede rifugio ai londinesi e fu anche usata come nascondiglio per alcuni tesori del British Museum, tra cui i Marmi del Partenone.
Su uno dei binari staziona un treno del 1972, ben conservato e pienamente operativo.
I binari, con traversine in legno, rotaie e isolanti rettangolari in ceramica di Doulton, sono l’ultimo esempio rimasto in-situ di quelli costruiti senza fossa anti-suicidio (una caratteristica che fu introdotta nel 1926).
Dato l’impeccabile stato di conservazione, Aldwych è spesso usata sia per l’addestramento dei vigili del fuoco e della polizia, sia per riprese fotografiche o video.
E’ infatti servita da location per il film Atonement (Espiazione) del 2007 e per la serie tv Sherlock, del 2014. Inoltre, il video musicale della canzone “Firestarter” dei The Prodigy (1997) fu girato nel tunnel est.
La stazione è un edificio protetto di secondo grado (II Grade Listed), pertanto non può essere demolita, ampliata o modificata senza un permesso speciale.
I tour organizzati, alla scoperta di questo luogo suggestivo, possono essere prenotati tramite il sito del London Trasport Museum, nella sezione Hidden London. Il tour dura 75 minuti ed include la biglietteria, gli ascensori, le banchine, i tunnel abbandonati, ed alcuni passaggi pedonali interconnessi, raramente visibili

Labirinti Metropolitani

© Mark Wallinger Labyrinth, 2013/ courtesy Anthony Reynolds Gallery, London

© Mark Wallinger Labyrinth, 2013/ courtesy Anthony Reynolds Gallery, London

Il labirinto è una struttura complicata, la cui origine si perde nella notte dei tempi. Famoso il labyrinthos di Cnosso, nell’isola di Creta, dove il re Minosse teneva imprigionato il mostro Minotauro. Nel mondo antico, i labirinti, spesso ispiravano mura di città, sale di palazzi, metafore filosofiche, strutture dialogiche. Avevano forma circolare o quadrata, una sola entrata ed un vicolo cieco alla fine.

Nel medioevo i labirinti abbellivano i pavimenti di chiese gotiche e i fedeli li percorrevano, spesso in ginocchio, per espiare i peccati. Il percorso intricato simboleggiava il pellegrinaggio, la strada dell’uomo verso Dio. Strutture labirintiche, che spesso rappresentano il cammino spirituale, si ritrovano in diverse tradizioni, in tutto il mondo, anche presso i nativi americani. Mark Wallinger, uno dei maggiori artisti contemporanei del Regno Unito, ha assunto la forma del labirinto come perfetta analogia per rappresentare i milioni di viaggi che si fanno attraverso la rete metropolitana ogni giorno.

Labyrinth, commissionato da Art on The Underground, è un significativo progetto, creato ad hoc per celebrare il 150° anniversario della metropolitana di Londra. Wallinger ha creato 270 opere, una per ogni stazione della tube, ciascuna recante un proprio labirinto circolare originale. Le opere, in bianco e nero, e con un linguaggio grafico comune, sono state realizzate in smalto porcellanato, proprio come i segnali della tube. All’ingresso di ogni labirinto c’è una X rossa, segno che, attingendo al linguaggio delle mappe, invita ad entrare nel percorso unicursale, e ci ricorda come la tube racchiuda, nella sua fitta rete di cunicoli, il fascino di essere trasportati, non solo in senso fisico, ma immaginativo. Ogni opera di Labyrinth è contrassegnata da un numero diverso, scritto a mano dall’artista, che conferisce ai lavori un valore criptico e da collezione.

La metro di Londra compie 150 anni

Lithograph of Baker Street Station

In piena epoca vittoriana, Londra era una città in espansione, ingolfata da un traffico tentacolare di cavalli e pedoni. La capitale aveva bisogno di un sistema di trasporto efficiente, che migliorasse la vita degli abitanti. Fu così che, il 10 gennaio del 1863, nacque la prima metropolitana del mondo.
La Metropolitan Railway era una linea merci e passeggeri che, tra la seconda metà dell’ottocento e i primi anni trenta del novecento, scaturiva dal cuore finanziario della capitale, per spingersi fino alle propaggini del Middlesex. Il tratto iniziale, inaugurato 150 anni fa, misurava circa 4 miglia (6 chilometri) e andava da Paddington a Farringdon Street. Il metodo iniziale di costruzione della Tube, impiegato fino alla fine del XIX secolo, consisteva nello scavare a fondo le strade lungo il percorso della linea;  una volta posti in opera i binari,  questa sorta di trincee venivano coperte da un poderoso tunnel di mattoni; infine, si provvedeva a ripristinare il manto stradale. Le carrozze del viaggio inaugurale erano di legno e illuminate a gas. Venivano trainate da locomotive a vapore, che rimasero in uso fino all’avvento del sistema elettrico, nel 1905.  La metropolitana di Londra è stato un punto di riferimento per investitori finanziari, progressisti sociali, designers, pionieri e riformatori. Ha rimodellato la città, riparato i londinesi durante i pesanti bombardamenti della Luftwaffe, e proseguito, tra alterne fortune economiche, politiche e tecnologiche, fino al complesso sistema di oggi: 249 miglia, oltre quattromila carrozze, un miliardo di passeggeri l’anno e una popolazione di ben cinquecentomila (!) topi, che si aggirano nei tunnel, e, spesso, lungo i binari delle stazioni. Per festeggiare il compleanno della Tube, sono in programma due viaggi d’epoca, nelle serate del 13 e 20 gennaio, organizzati dal London Transport Museum. I titolari dei biglietti (150 sterline per il treno a vapore, 50 per quello elettrico vintage), viaggeranno lungo parte del tratto originale della Metropolitan Railway (oggi Hammersmith & City).

Per chi, invece, può permettersi un biglietto del cinema, da non perdere l’uscita, questo venerdì, di Underground (1928), film diretto da Anthony Asquith. undergroundLa pellicola, restaurata dal BFI e accompagnata dalla colonna sonora, composta da Neil Brand, affascina per le luci e il taglio espressionisti, ed equivale ad una macchina del tempo. La metropolitana è parte integrante della trama e imposta il tono del film, con le sue oscurità e il garbuglio di linee e di tunnel, fungendo da sfondo e metafora alle passioni represse dei protagonisti. Gente comune, che incontrandosi per caso, tra una stazione e l’altra, nella ripetitività dei tragitti quotidiani, finirà per sperimentare amore e violenza.

(Royal) Baby on Board

tfl_babyI media britannici si sono scatenati, da quando Kate Middleton, Duchessa di Cambridge, in preda a violentissime nausee mattutine, è stata ricoverata all’ospedale (privato) King Edward VII.

Impossibile per St. James Palace nascondere la notizia della gravidanza ai giornalisti, e così, su tabloid e quotidiani, fioccano le informazioni sull’iperemesi gravidica, di cui la Duchessa è vittima, con pronostici sul sesso e nome del nascituro, nonché sulla data del lieto evento.
Persino la BBC ha interrotto la programmazione per annunciare ai sudditi la novella. Ma se Kate vive l’evento in maniera privilegiata, circondata dalla simpatia del largo pubblico, e sollevata da tutte le cure e premure a disposizione di una futura regina, vale la pena rammentare che, in un sondaggio del 2006, Londra si classificava come la città meno “pregnancy-friendly” del Regno Unito: il 45% delle mamme in attesa venivano completamente ignorate, anche quando la pancia era ormai più che evidente. Un’altra ricerca mostrava come il 92% degli intervistati fosse d’accordo sul fatto di cedere il posto su metro ed altri mezzi di trasporto alle donne in stato interessante, ma nella realtà il posto veniva offerto solo al 16% delle londinesi incinte.Chiaramente esiste sempre una discrepanza, tra quella che sembra la cosa giusta da fare e la sua messa in pratica. E’ anche vero che, per quanto individualista e misantropa possa essere la popolazione della metropolitana, a volte resta meno agevole individuare una donna incinta, specie quando è agli inizi della gravidanza o infagottata in un pesante cappotto.Tuttavia, infilarsi nei cunicoli della tube londinese, significa anche negoziare spazi angusti con miriadi di esseri umani frettolosi ed egoisti, persi in cuffiette, telefonini, libri elettronici o cartacei, giornali; passeggeri che sgomitano per accaparrarsi un posto o la pole position vicino alle porte, che preferiscono leggere, guardarsi la punta delle scarpe o scrutare le pubblicità del vagone, pur di non dare attenzione al prossimo.

Per ovviare a questa situazione, LU (London Underground) si è inventata una spilletta con su scritto “Baby on Board!”. Questa, è, in teoria, una valida idea; spiccando sul cappotto, la giacca o la maglia, fa sapere discretamente ai passeggeri che non si è in sovrappeso per estremo consumo di birra o take away, ma che esiste un motivo serio per cui meritarsi di ricevere un posto a sedere, invece di un’occhiata di scherno, disapprovazione o, peggio, indifferenza.  A distanza di quasi cinque anni dal lancio dell’iniziativa, sarebbe però interessante scoprirne l’effettiva percentuale di successo, considerato anche il fatto che, il 20% delle donne in dolce attesa, preferisce evitare il trasporto pubblico e utilizzare invece il taxi o veicoli privati, proprio per non dover rimanere in piedi per lungo tempo durante un viaggio in tube. Indossare un badge non può fare miracoli, specie se manca un’educazione civica di fondo, unita all’empatia e alla sollecitudine nel cedere il posto a chi ne ha più bisogno. Comunque, meglio di niente.La spilletta è gratuita, e si riceve per posta, assieme ad un messaggio di congratulazioni, scrivendo un’email a babyonboard@tube.tfl.gov.uk, oppure telefonando al numero: 0845 330 9880

Spostarsi a Londra

londonbybus_ShootTVAvventurarsi nel tessuto metropolitano significa infilarsi in un organismo pulsante, dove il tempo fugge e non è mai abbastanza. La tube assomiglia ad un sistema sanguigno isterico, si va giù, sottoterra, e si corre nello spazio confinato di un tunnel, faccia a faccia con una multitudine di individui variopinti, pensosi, stressati, dormienti, persi nella sinfonia di un auricolare, tagliati fuori da internet e linee telefoniche, le mani infilate in un sacchetto di patatine, un caffè nel bicchiere di cartone, da sorseggiare la mattina. Il treno metropolitano sfila invece tra periferie sbriciolate, palazzi nuovi senza carattere, vestigia di ingegneria ed architettura vittoriana, parchi ritagliati qua e là. Si siede comodi e si guarda la città sfilare al ritmo ondeggiante delle rotaie, qualcuno parla animatamente al cellulare, una donna si rifà il trucco, i bambini della scuola vanno in gita coi maestri. A Londra si va di fretta, ovunque. Spesso camminare è un po’ come guidare, certi giorni la densità di pedoni raggiunge livelli esorbitanti. I turisti non conoscono corsie preferenziali, destra o sinistra, il loro ritmo lento e stupefatto irrita i professionisti in ritardo per l’appuntamento di lavoro. Prendere un autobus, se si ha tempo e non si teme il traffico che rallenta il viaggio, è come entrare in una specie di capsula, con un micromondo all’interno ed uno scenario affascinante, fuori dal finestrino. Come nell’antica Roma, dove insulae e ville patrizie convivevano fianco a fianco, qui si passa dal quartiere decadente e decaduto, alla zona trendy, alle strade larghe e ben tenute, sinonimo di vite più agiate. Si viaggia in mondi e culture paralleli, dalle Indie occidentali al Bangladesh,  dal Medio Oriente alla Cina. I marciapiedi si animano di esseri umani abbigliati nei modi più svariati: vestito grigio, tailleur, tuta sportiva, minigonna, jeans, sari, burka… L’autobus trotta a nord e a sud del fiume, tra palazzi di cemento, cottages del secolo scorso, chiese barocche, e immerge il passeggero in una cacofonia di suoni e colori, che punteggiano ritmici il grigiume quotidiano. Il video del regista Bruno Palma, dal titolo “London by bus“, racconta bene l’esperienza singolare, a tratti distopica, di chi decide di affidarsi ad un tragitto in autobus. Buon viaggio.

Incontri metropolitani

shoes_in_the_tube

Stamattina ero nella tube. Il solito tragitto verso il luogo di lavoro, mescolata a miriadi di anime alienate e assonnate, tutti omologati in un unico flusso, come gli operai-schiavi di un film di Fritz Lang. Siedo sulla poltroncina moquettata a scacchi, il treno fila via veloce nell’oscurità; moderna capsula di pendolari ammutoliti, le fermate scandite da una voce femminile, pre-registrata e un po’ adenoidale. Sollevo per un attimo lo sguardo dal mio libro di intrighi regali, e mi cade l’occhio sul rosso vivace del calzino del passeggero, che mi siede di fronte. In quale altra città del mondo si può incontrare un uomo d’affari, vestito di tutto punto, in elegante gessato grigio, con il foulard blu nel taschino, le scarpe lucidissime di vernice nera e… Dei calzini di cotone rosso con stampato su un teschio con le tibie incrociate?!