Una visita al Grant Museum of Zoology di Londra

IMG_3300Il Grant Museum of Zoology, fondato nel 1828, fa parte dell’University College di Londra ed è l’unico museo zoologico universitario rimasto in città.  Si tratta di un piccolo, affascinante museo, che ospita circa 67.000 esemplari zoologici. Molti campioni sono rari o molto rari. Inoltre, ci si possono trovare esemplari ormai estinti. Il museo deriva il suo nome da Robert E. Grant (1793-1874), influente professore di Anatomia Comparata e fondatore della collezione. Questo primo nucleo andò poi ad includere esemplari posseduti e utilizzati da Thomas Huxley, biologo e filosofo inglese, convinto sostenitore delle teorie darwiniane sull’evoluzione. Date le piccole dimensioni del museo,  i campioni sono stipati ovunque, nelle belle vetrine vittoriane e anche in altre parti. La disposizione è fantasiosa, pratica e suggestiva, perche ci rimanda ad un’idea ormai obsoleta di spazio espositivo, specialmente in un momento storico in cui a prevalere è la visione  minimalista del “less is better”. Eppure, non c’è niente di più attraente di una collezione Vittoriana con tutta la sua congerie di animali impagliati, scheletri e barattoli, nonché di esemplari piuttosto curiosi, come un vaso pieno di talpe! Molte delle specie esposte, sono ormai in via di estinzione o estinte, come la Tigre della Tasmania, il Quagga, e il Dodo. IMG_3305
Parte della collezione permanente, è il Micrarium, un luogo per campioni microscopici, creato nel 2013, trasformando un vecchio magazzino in uno spazio retro-illuminato, che alloggia esteticamente i vetrini degli esemplari più piccoli della collezione. Vicino alla porta d’ingresso del museo, fa invece bella mostra di sé un’interessante collezione di modelli anatomici in vetro, ritraenti specie che erano difficili da conservare, come meduse , anemoni di mare , gasteropodi  e cefalopodi.

IMG_3306Tutti gli esemplari di questa collezione furono realizzati nel XIX secolo dai Blaschka, una famiglia di gioiellieri cechi. Leopold Blaschka e suo figlio Rodolfo realizzarono modelli anatomicamente accurati usando tecniche che non si è più riusciti a replicare e impiegando vetro colorato o vernici colorate fatte di polvere di vetro e minerali.
Anche se il museo è antico, il percorso coinvolge i visitatori secondo le tecniche più moderne, coinvolgendoli in importanti dibattiti sulla scienza e il suo ruolo nella società, e su come i musei andrebbero gestiti.

Il Grant Museum, assieme al Centre for Digital Humanities e al Centre for for Advanced Spacial Analysis della UCL, ha messo a punto “QRator”, un applicazione per gli iPad collegati agli schermi nel museo e anche per gli smart phone dei visitatori, scaricabile all’indirizzo: http://www.qrator.org
Il Grant Museum è aperto dal lunedi al sabato, dalle 13:00 alle 17:00 e l’ingresso è gratuito (ma si suggerisce di lasciare una piccola donazione).

Nunhead Cemetery

NunheadCemetery©LondonSE4Il cimitero di Nunhead è uno dei “magnifici sette”, creati in epoca vittoriana per alleviare il sovraffollamento malsano dei recinti cimiteriali nel cuore di Londra. Inaugurato nel 1840, dalla London Necropolis Company, Nunhead era originariamente conosciuto con il nome di All Saints’ Cemetery. Il luogo fu concepito come parco tranquillo e piacevole, dove i morti potevano essere sepolti con dignità e i vivi godere di una passeggiata meditativa, circondati dalla natura e da simboli dell’aldilà. L’ingresso principale, sul lato nord del cimitero, fu progettato da  James Bunstone Bunning, ed  è decorato con fiaccole rovesciate e serpenti che divorano le loro code, allegorie del passaggio dalla transitorietà della vita terrena all’eternità.
Camminando in linea retta, fino alla cima della collina, lungo un viale affiancato da imponenti  sepolture e monumenti elaborati, si raggiunge la Cappella Anglicana, un rudere romantico in stile neogotico. Voltando a destra, si può camminare piacevolmente tra fiori selvatici ed esempi di arte funeraria vittoriana. Molte personalità interessanti furono sepolte a Nunhead tra il 1840 e il Secondo Conflitto Mondiale. Il primo ‘residente’ interrato qui, fu Charles Abbott, un droghiere di Ipswich, deceduto alla bella età di 101 anni. Le lapidi raccontano di eroi che combatterono nelle battaglie di Trafalgar e Waterloo, liberi pensatori, attori shakespeariani, sciantose dei music hall, ingegneri navali, aviatori coraggiosi, il co-inventore della cordite (Frederick Augustus Abel), e l’inventore della penna in acciaio e dei contenitori di ferro stagnato per l’industria conserviera (Bryan Donkin). Il cimitero dà anche il titolo al poema vittoriano di Charlotte Mew, una meditazione sulla morte e l’alienazione sociale, dal punto di vista di un uomo che osserva la fossa, appena scavata, della sua fidanzata.
Nel 1969, essendo fallita la società a cui appartenevano sia Nunhead che Highgate, dove è sepolto Karl Marx, il cimitero venne chiuso e lasciato in abbandono. Invaso nel tempo da erbacce e radici, alberi e rovi, che si espansero ovunque, Nunhead è oggi considerato la più grande foresta all’interno di Londra, e sui suoi sentieri, tra antichi alberi, lapidi affascinanti e piante intricate, in primavera fioriscono campanule e aquilegie.
Se ci si reca al punto panoramico, sul lato ovest del cimitero, si possono notare molte sepolture interessanti, impreziosite da obelischi, colonne mozzate, angeli, urne coperte da drappi e ghirlande splendidamente scolpite; le lapidi sono decorate da elaborate conchiglie, croci celtiche, rosette, tralci d’edera, mani di pietra giunte in un malinconico addio.
Il punto di osservazione è lo stesso da cui William Mallord Turner abbozzò una vista di St. Paul’s nel 1796. Il Duomo è ancora chiaramente visibile, se il tempo è buono e i rami degli arbusti e alberi circostanti, non sono troppo cresciuti.

Nunhead è ora una riserva naturale locale, importante per la presenza di flora e fauna selvatiche. All’inizio degli anni ’80, in seguito ad anni di abbandono e vandalismi, si formò il gruppo benefico Friends of Nunhead Cemetery, per rinnovare e proteggere il cimitero. Nel maggio del 2001, dopo un vasto progetto di restauro della Cappella Anglicana e la restituzione di una cinquantina di monumenti al loro splendore originario, il cimitero è stato riaperto al pubblico. I  Friends of Nunhead Cemetery, oltre a proseguire i lavori di catalogazione, conservazione e ricerca storico-naturalistica, organizzano tour guidati gratuiti ogni mese, con partenza dall’ingresso principale. Le visite durano circa due ore e si concentrano sull’arte, la storia e  le caratteristiche ambientali del luogo.

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La metro di Londra compie 150 anni

Lithograph of Baker Street Station

In piena epoca vittoriana, Londra era una città in espansione, ingolfata da un traffico tentacolare di cavalli e pedoni. La capitale aveva bisogno di un sistema di trasporto efficiente, che migliorasse la vita degli abitanti. Fu così che, il 10 gennaio del 1863, nacque la prima metropolitana del mondo.
La Metropolitan Railway era una linea merci e passeggeri che, tra la seconda metà dell’ottocento e i primi anni trenta del novecento, scaturiva dal cuore finanziario della capitale, per spingersi fino alle propaggini del Middlesex. Il tratto iniziale, inaugurato 150 anni fa, misurava circa 4 miglia (6 chilometri) e andava da Paddington a Farringdon Street. Il metodo iniziale di costruzione della Tube, impiegato fino alla fine del XIX secolo, consisteva nello scavare a fondo le strade lungo il percorso della linea;  una volta posti in opera i binari,  questa sorta di trincee venivano coperte da un poderoso tunnel di mattoni; infine, si provvedeva a ripristinare il manto stradale. Le carrozze del viaggio inaugurale erano di legno e illuminate a gas. Venivano trainate da locomotive a vapore, che rimasero in uso fino all’avvento del sistema elettrico, nel 1905.  La metropolitana di Londra è stato un punto di riferimento per investitori finanziari, progressisti sociali, designers, pionieri e riformatori. Ha rimodellato la città, riparato i londinesi durante i pesanti bombardamenti della Luftwaffe, e proseguito, tra alterne fortune economiche, politiche e tecnologiche, fino al complesso sistema di oggi: 249 miglia, oltre quattromila carrozze, un miliardo di passeggeri l’anno e una popolazione di ben cinquecentomila (!) topi, che si aggirano nei tunnel, e, spesso, lungo i binari delle stazioni. Per festeggiare il compleanno della Tube, sono in programma due viaggi d’epoca, nelle serate del 13 e 20 gennaio, organizzati dal London Transport Museum. I titolari dei biglietti (150 sterline per il treno a vapore, 50 per quello elettrico vintage), viaggeranno lungo parte del tratto originale della Metropolitan Railway (oggi Hammersmith & City).

Per chi, invece, può permettersi un biglietto del cinema, da non perdere l’uscita, questo venerdì, di Underground (1928), film diretto da Anthony Asquith. undergroundLa pellicola, restaurata dal BFI e accompagnata dalla colonna sonora, composta da Neil Brand, affascina per le luci e il taglio espressionisti, ed equivale ad una macchina del tempo. La metropolitana è parte integrante della trama e imposta il tono del film, con le sue oscurità e il garbuglio di linee e di tunnel, fungendo da sfondo e metafora alle passioni represse dei protagonisti. Gente comune, che incontrandosi per caso, tra una stazione e l’altra, nella ripetitività dei tragitti quotidiani, finirà per sperimentare amore e violenza.