Ye Olde Deptford

IMG_3332Epifania di cielo sereno, spazzato dal vento e attraversato da pallidi raggi di sole; a terra pozzanghere e foglie marce, rimasugli di una nottata di pioggia. Non mi andava di tuffarmi nel caos del centro, così ho optato per una passeggiata in zona. Mi piace camminare da SE4 a SE8, percorrere stradine incanalate tra vecchie case, scoprire angoli che a bordo di un autobus sarebbero destinati a restare segreti.  A Tanners Hill vestiti e gioielli d’epoca occhieggiano dalla vetrina di un emporio, aperto occasionalmente. Più giù, un passato screpolato, fatto di vecchie case, rimesse ed un pub, sopravvive alle speculazioni edilizie. Un segno, ormai sbiadito, dipinto sul ponte della ferrovia, indica un rifugio anti-aereo. Sui crateri delle bombe sorsero orti di guerra e case popolari, muri solidi e balconi ricurvi. Alla fine della strada, resiste miracolosamente  una fila di piccoli cottages della metà del XVIII secolo. Le cassette basse ospitavano probabilmente carpentieri e altri lavoratori del vecchio cantiere navale, poi a partire dal 1830, i piani bassi delle case furono adibiti ad esercizio commerciale. Al numero 31 si trova una macelleria che sembra uscita da un racconto di Dickens. L’insegna recita: W H Wellbeloved, Butcher and Grazier, est 1829.
IMG_3333Oltre a vendere salumi, carni, pollame (e, su ordinazione, anche il coniglio, abbastanza disdegnato qui in città), Mr Wellbeloved prepara fantastiche pies ai gusti di mince and onion, steak and kidney oppure chicken and mushroom. Inoltre sono in vendita barattoli di salse (come la mint jelly o la cranberry sauce) e svariati tipi di sottaceti per accompagnare sapientemente bolliti ed arrosti. A Deptford Enrico VIII aveva istituito un cantiere navale rimasto in uso fino al 1869 e nel 1593, in una taverna da quelle parti, il drammaturgo inglese Christopher Marlowe trovò la morte, accoltellato in una rissa.
Deptford High Street è sempre animata e nelle botteghe si fanno buoni affari. Ogni mercoledì ospita un mercato popolare, in cui si trova un pò di tutto. La ruvidezza delle case e delle cose, nonche di certe facce, si mescola ad odori acri di pesce e spezie. Facce assorte guardano oltre i vetri appannati dei caffè, carpe abuliche nuotano nello spazio angusto della vetrina di un ristorante esotico, Gesù e Maria benedicono il via vai del marciapiedi, mentre avventori e negozianti si salutano e scambiano due chiacchiere, perche’ qui ci si conosce, davvero. IMG_3330Ancore appaiono disegnate per terra o esposte nei negozi, a ricordare quella vera, memento delle glorie marittime di Deptford e punto di aggregazione di allegri bevitori. Il comune di Lewisham l’ha rimossa otto mesi fa e non ha ancora deciso cosa farne, mentre gli abitanti del quartiere sono indignati e la rivogliono indietro.
Oltrepassato il ponte della ferrovia, una delle più belle chiese barocche di Londra mi appare isolata in tutto il suo splendore. St Paul’s fu progettata da Thomas Archer e realizzata tra il 1712 e il 1730. Il poeta britannico John Betjeman definì questa chiesa “a pearl at the heart of Deptford”. Archer fu una voce isolata nel panorama del barocco inglese. Seguace entusiasta delle suggestioni borrominiane, si fece promotore di uno stile avanzato, che qui a Deptford si mostra in un gioco elegante di finestre convesse, colonne tuscaniche, scalinate simmetriche e portici semicircolari, come nei migliori esempi del barocco romano.
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Barocco inglese

st_John_Smith Square_©LondonSE4E’ iniziato ieri, con la magnifica esibizione di Jordi Savall e Le Concert des Nations, il Lufthansa Festival of Baroque Music. Dal 1984, ogni edizione permette agli amanti di musica antica di ascoltare composizioni barocche eseguite su strumenti d’epoca, nel cuore di Westminster. La sede principale dei concerti è la chiesa di St. John, in Smith Square, un gioiello dell’architettura barocca inglese, ambiente dall’acustica insuperabile. Mi piace arrivarci, se i cancelli sono aperti, passando per Dean’s Yard, una corte privata, facente parte dell’antico monastero di Westminster. Nascosto al traffico e alle migliaia di turisti che affollano la zona, il largo cortile incorpora alcuni edifici che, nelle versioni piu antiche, risalgono al medioevo. In fondo alla corte, l’arco a sud immette in Tufton Street, lungo la quale si può raggiungere agevolmente Smith Square.

La piazza, uno spazio contenuto e domestico, con grandi case settecentesche di mattoni rossi animate da bianche finestre a ghigliottina, sembra racchiudere a fatica la vasta chiesa quadrangolare di St John, un candido gigante fatto di scale, colonne, archi, cornici e quattro campanili di gusto borrominiano.
Le proporzioni esagerate dell’edficio, non erano piaciute a Dickens, che, nel suo ultimo romanzo (
Our Mutual Friend), lo descrisse simile ad “un mostro pietrificatospaventoso e gigantesco, steso sul dorso con le gambe in aria”. Tuttavia, la chiesa, oggi, non solo è considerata un capolavoro del barocco inglese, ma anche testamento della maestria e confidenza di Thomas Archer, unico tra i suoi contemporanei ad aver viaggiato in Italia e aver cercato di introdurre linguaggi continentali innovativi, desunti da Bernini e Borromini, nelle sobrie e lineari architetture britanniche. La passione di Archer per le superfici animate da muri concavi e convessi e frontoni spezzati, anche se inizialmente affascinò i ricchi committenti, nulla poté contro il gusto per le auliche semplicità Palladiane. Basta superare le porte della chiesa di St. John, per trovarsi in uno spazio d’avorio, quieto ed evocativo, illuminato da vetrate trasparenti e scandito da bianche colonne corinzie, su cui poggia una semplice volta a botte (ricostruita in stile, dopo che la chiesa venne pesantemente bombardata nell’ultima guerra mondiale). Candelabri fiamminghi, dai bulbi e bracci di ottone brunito, rischiarano la navata, mentre una tenda cremisi scende drammatica sul palco, scenario di virtuosismi, cambi di tempo, recitativi, che si credevano persi, e le dolci note della viola da gamba.