
L’estate in terra angla ha un certo fascino, non fa buio prima delle 22, si vive alla giornata e, soprattutto, al momento.
Ora c’è il sole e si va al parco, poi piove e si va al pub, là c’è un cinema sotto le stelle, qua un festival affondato nella fanghiglia.
E siccome il caldo non è torrido e l’acqua ogni tanto viene giù, il verde non manca e le suggestioni… nemmeno.
1) The Lure of The East – Tate Britain (SW1P)
2) Victorian Tiles – The Honor Oak Pub (SE23)
3) Desperation – Mantle road (SE4)
4) Cat in South East London
L’arte di arrangiarsi: in SE4 ci sono un sacco di creativi…
Charles Dickens – "Great Expextations" – Chapter 4
Stasera, invece, per salutarci tra amici nel quartiere, si è deciso di unire i drinks a qualcosa di culturale e ci siamo visti al The Brockley Jack, il pub più antico di SE4.
Il Brockley Jack, il cui nome originario era "The Castle", esisteva già come locanda di campagna nel XVIII secolo, quando SE4 veniva citata nelle mappe londinesi semplicemente come arable land. Il nome attuale del pub risale al 1863, mentre l’aspetto architettonico si deve ad un rifacimento, avvenuto nel 1898.
Dietro al bar c’è un piccolo teatro, che occupa lo spazio utilizzato in precedenza come sala banchetti. Si tratta di un palcoscenico di dimensioni ridotte, ma funzionale, con luci, effetti sonori e poltrone rialzate. Un fringe theatre, i cui spettacoli spaziano dalla commedia al varietà, ai classici. Il futuro di questo teatro è al momento incerto, infatti il pub, con il nuovo anno, verrà ristrutturato e non si è capito bene se il management abbia intenzione di lasciare lo spazio sul retro così com’è, o spostare tutto ai piani superiori, ma a quel punto i costi ricadrebbero sulla piccola compagnia teatrale, che non è in grado di sostenerli.
Per tornare al presente, questa sera abbiamo assisitito ad una riuscitissima interpretazione, l’adattamento di Great Expectations di Dickens a cura di Hugh Leonard, recitato da una sintetica compagnia di validi attori, diretti da Kate Bannister.
La scenografia, ridotta al minimo, era flessibile e permetteva alla storia di svolgersi in una vivace varietà di luoghi e situazioni, arricchiti da effetti sonori e luci appropriate. La rappresentazione si avvaleva poi di un doppio registro, in cui Steven Alexander (Pip adulto) e la bravissima Bridget Collins (Pip ragazzino) interagivano a meraviglia sia come protagonisti che come voce narrante.
Lo spettacolo resterà in cartellone fino al 5 gennaio.
Info:
Brockley Jack Theatre,
Box Office: 020 8291 6354,
Website: www.brockleyjack.co.uk
Foto: © "St. John’s Station" 13/12/2007
Non si conosce con sicurezza l’etimologia del nome. Alcuni pensano derivi dal folklore nordico, infatti nelle leggende scandinave si menziona un personaggio di nome "Jokul" (ghiacciolo) "Frosti" (gelo). Jack Frost è, insomma, il Gelo, e la sua figura, strettamente associata all’inverno e al Natale, in epoca vittoriana valicò l’Atlantico, grazie ad un’illustrazione di Thomas Nast per Harper’s Weekly (1864), in cui l’elfo compariva circondato di ghiaccioli come simbolo dell’inverno in Central Park.
In queste ultime fredde notti londinesi, Jack si è davvero sbizzarrito in magnifici arabeschi e finissimi gioielli di cristalli di ghiaccio.
E sì, d’accordo con voi che è solo una leggenda e che la brina è il semplice risultato di notti d’inverno, in cui il cielo terso e il calo delle temperature favoriscono il raffreddamento delle superfici…ma la magia, al mattino, è incontestabile.
Foto: © "Ragnatela" 13/12/2007