Il Big Ben verrà messo a tacere

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Il prossimo anno, il Big Ben sarà fermo per un minimo di quattro mesi, in modo da consentire un intervento di restauro urgente. Non è la prima volta che, il celebre orologio, viene fermato nei suoi gloriosi 156 anni di vita (ne avevamo parlato nel 2007 ed era già successo prima, nel 1976), ma, a causa dello stato di degrado in cui versa al momento, potrebbe volerci molto più tempo per rimetterlo in funzione.
Il restauro del Big Ben costerà circa 30 milioni di sterline (o anche 40, se i tempi previsti per l’intervento, dovranno dilungarsi). L’orologio, da parecchi anni mostrava i segni dell’usura, un ritardo di circa sei secondi e vari problemi tecnici, ma ora, anche la torre che lo ospita non se la passa meglio. Recenti indagini hanno messo in luce difetti ed erosioni nelle strutture in metallo, nonché delle crepe nel tetto. Quindi, anche se il mastodontico Palazzo di Westminster necessita di ingenti restauri, le problematiche che interessano la Elizabeth Tower ed il Big Ben, sono sicuramente più urgenti e legate ad un ovvio rischio di immagine, oltre al fatto che, se non si interviene immediatamente, il meccanismo dell’orologio potrebbe arrestarsi per sempre.
Nelle proposte presentate al comitato finanziario della House of Commons, sono stati inseriti dei lavori per la creazione di un centro visitatori ed un ascensore. Al momento, le visite guidate al Big Ben, sono disponibili solo ai residenti permanenti nel Regno Unito previa raccomandazione da parte di un Membro del Parlamento o della House of Lords. Si tratta di visite esclusive, da prenotare con largo anticipo, e che prevedono una certa forma e resistenza fisica: l’ascesa alla torre dell’orologio può essere fatta solamente salendo 334 ripidi scalini di pietra.

A Londra, due Festival delle Luci

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Per molti, gennaio è un mese deprimente: freddo e buio ci attanagliano, e le Feste sono ormai alle spalle, con tutto il carico di buoni propositi destinati a naufragare, un girovita appesantito e la poca voglia di rimettersi al lavoro. La luce, si sa, può allontanare il malumore. Un doppio appuntamento gratuito con un festival delle luci, è l’evento da non mancare. Londra è una città all’avanguardia nell’attuazione di iniziative artistiche, che rappresentano, allo stesso tempo, un intervento di decoro urbano (basti pensare ai tanti ‘sculpture trails’ che ogni anno mettono cittadini e visitatori in contatto con nuovi linguaggi artistici o permettono loro di scoprire aneddoti e storie interessanti).

Un festival delle luci è l’occasione perfetta per fare una passeggiata, da soli o con amici, alla scoperta di installazioni luminose create da artisti britannici ed internazionali, allo scopo di stupire, divertire, ma anche far riflettere.
L’iniziativa, delimitata ad una o più aree di intervento, è non soltanto un’occasione di riqualificazione urbana e di coinvolgimento pubblico, ma, ripetuta nel tempo, si pone anche come interessante attrattiva turistica.

A Canary Wharf, dall’11 al 20 gennaio, Winter Lights offre ai visitatori un tour di 18 installazioni luminose, che includeranno farfalle di luce, un alieno di oltre 5 metri, e una scultura al neon creata dal palestinese Alaa Minawi, in solidarietà con i rifugiati siriani.

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A complemento del festival, nella lobby di One Canada Square, si potrà anche visitare la mostra di Nathaniel Rackowe, dal titolo “The Luminous City”.
Dal 14 al 17 gennaio, Lumiere London trasformerà ogni sera le strade del centro, tra Westminster e King’s Cross. Anche qui si potranno ammirare le opere di una ventina di artisti internazionali, tra cui Julian Opie, Sarah Blood e Porté par le Vent, che, dopo il successo in Francia e a Gerusalemme, porteranno Les Luminéoles, un affascinante spettacolo di pesci fluttuanti, nel cuore di Piccadilly.
Questi eventi gratuiti, seguono l’esempio di altri festival europei di successo (basti citare la Fête des Lumières di Lione) e, oltre ad attirare migliaia di londinesi e visitatori, si spera riusciranno come antidoto al post-holiday blues.

 

A Londra cambiano i cartelli delle strade e vanno all’asta

abbey road signI caratteristici segnali stradali, che indicano, ai londinesi e ai numerosi turisti, famosi indirizzi, come Abbey Road o Downing Street, nonché celebri attrazioni, come Buckingham Palace e Piccadilly Circus, andranno all’asta, il 21 maggio.
Il Westminster City Council, d’accordo con Transport for London, ha infatti deciso di aggiornare tutta la segnaletica stradale, per dare istruzioni più facili e intuitive, sia ai residenti che ai numerosi, spesso disorientati, turisti.

I cartelli, dalle targhe iconiche bianche, con le scritte in nero e rosso, ideate da Misha Black, nel 1967, fino a quelli in ferro smaltato nero, con le frecce, andranno all’asta da Summers Place Auctions Ltd, una casa d’aste del West Sussex, specializzata in design e articoli da giardino. Le stime, per ciascuno dei 362 segnali, vanno dalle 80 alle 1000 sterline, e gli acquirenti avranno la possibilità di acquistare un vero e proprio pezzo di storia londinese (basti pensare al cartello di Abbey Road, strada resa famosa nel mondo dall’omonimo album dei Beatles). La vendita dei cartelli, molti dei quali installati negli anni novanta, è stata descritta dai banditori come “un evento irripetibile”.