Sulle orme delle Suffragette

suffragettespilgrimNel 1913 la National Union of Women Suffrage Societies (NUWSS) aveva raggiunto 100.000 membri. Katherine Harley, figura rilevante nel movimento per il voto alle donne, suggeri l’idea di un  “Women Suffrage Pilgrimage”, un pellegrinaggio, che mostrasse al Parlamento quante donne volevano il voto. L’idea del pellegrinaggio si allontanava dalla forza dirompente e, a volte, violenta, delle suffragette più militanti, e al tempo stesso, rifuggiva l’idea di uno spettacolo orchestrato. I pellegrinaggi permettono alle persone di inserirsi in maniera corporea in una storia. Il percorso, come suggerisce Rebecca Solnit nel suo saggio Wanderlust, è l’interpretazione preliminare dell’attraversamento di un paesaggio; attuando un pellegrinaggio, si accetta un’interpretazione, per ribadire qualcosa di profondo, ed essere accomunati dagli stessi pensieri. Il pellegrinaggio delle suffragette, come altre azioni simili a venire, segna dunque lo spostamento dalla richiesta di un intervento divino a quella di un cambiamento politico. La maggior parte delle militanti viaggiò a piedi, anche se alcune fecero ricorso a cavalli e biciclette, mentre altre simpatizzanti, più agiate, misero a disposizione automobili e carrozze per il trasporto di bagagli. L’intenzione non era quella che ogni partecipante coprisse l’intero percorso, ma che la federazione lo facesse collettivamente. Si stima che circa 50.000 donne, provenienti da tutti gli angoli della Gran Bretagna, raggiunsero Londra, per radunarsi ad Hyde Park, il 26 luglio 1913. In questi giorni, per celebrare le azioni di quelle donne di 100 anni fa e la loro lotta per il suffragio femminile, si è svolta un’iniziativa di successo. Walk for Women ha invitato le/i partecipanti a camminare e onorare il movimento delle suffragette e, tra i vari “pellegrinaggi”, si è percorso un itinerario, suddiviso in sezioni, da Brighton a Londra, con tappa finale a Hyde Park, il 27 luglio. Abbiamo partecipato all’ultimo tratto, quello da Clapham Common a Hyde Park. 58146_10201107795191323_489217780_n

L’atmosfera era allegra e partecipativa, con canti, striscioni e i colori delle suffragette (bianco, viola e verde). Lungo il percorso, sono stati distribuiti dei volantini per spiegare l’iniziativa ai passanti. La ricezione e le reazioni da parte degli uomini incontrati sulla via sono state miste. Curiosità, ilarità,  supporto, imbarazzo e, in alcuni, aperto fastidio e sarcasmo. Gli autisti degli autobus ci suonavano il clacson, con i passeggeri che si sporgevano a guardare. Anche le donne, che correvano nel parco o andavano a fare shopping, sono rimaste incuriosite. Alcune, ci hanno seguito per un breve tratto, altre ci hanno sorriso dalla soglia di boutiques d’alta moda. Dopo una breve sosta, allietata dai canti del SHE Choir London, abbiamo terminato il percorso con una piccola e toccante cerimonia intorno al Reformers Tree di Hyde Park.
Questo mosaico, inaugurato nel 2000, commemora un albero bruciato nel 1866, durante i disordini per la richiesta del suffragio (maschile). Il ceppo diventò, da allora, un punto focale per le riunioni e comunicazioni politiche, fino alla nascita di Speakers ‘Corner, nel 1872. Proprio a Speakers ‘Corner, e a conclusione del pellegrinaggio commemorativo, ci sono stati interventi a cura di Laura Bates, fondatrice del progetto Everyday Sexism (una collezione di oltre 10.000 esperienze quotidiane di disuguaglianza di genere subite dalle donne) e Caroline CriadoPerez, giornalista freelance e femminista, la quale, dopo aver finalmente vinto la lotta per avere donne importanti rappresentate sulle banconote della Bank of England, ha ricevuto abusi e minacce di stupro sul suo profilo twitter.

In cerca della primavera…

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“Winter may rise up through mould alive with violets and primrose and daffodils, but when cowslips and bluebells have grown over his grave he cannot rise again: he is dead and rotten, and from his ashes the blossoms are springing…”   – In Pursuit of Spring (1914)

Il 21 marzo del 1913, il poeta naturalista Edward Thomas compì un viaggio in bicicletta da Clapham Common, sud di Londra, alle Quantock Hills, in Somerset. Da questo pellegrinaggio, in cerca dei luoghi sacri a Coleridge, nacque un libro, che è tanto racconto di viaggio, quanto esperienza del proprio stare nel paesaggio. ‘In Pursuit of Spring’ è un classico della letteratura naturalistica inglese, che trasmette al lettore il valore dell’introspezione, unito ad una visione mistica della natura. Da quella primavera di Pasqua, sono passati esattamente cento anni, e, se oggi qualcuno volesse compiere lo stesso viaggio di Edward Thomas, troverebbe il tragitto quantomeno impervio e disagevole. Probabilmente, tra una pedalata e l’altra, in mezzo ad una natura addormentata, battuto da pioggia gelata e neve, sferzato dai venti del nord e disorientato da improvvisi banchi di nebbia, il ciclista si congelerebbe.
La primavera, ufficialmente dichiarata dal calendario, in terra angla stenta proprio ad arrivare: violette e giunghiglie si piegano sotto il peso della neve, le primule bruciano nel gelo. Secondo i meteorologi, questo potrebbe essere il marzo più freddo, dal 1962. Gli ambientalisti hanno già segnalato che, mentre crochi e giunchiglie sono in ritardo per la fioritura, non c’è assolutamente alcun segno di fiori di ippocastano, le campanule spuntano a malapena, e gli uccelli in arrivo dall’Europa sono respinti dai freddi venti settentrionali. Alcuni animali, poi, stanno tornando in letargo! La profonda depressione, proveniente dall’Atlantico, unita all’afflusso di aria fredda dalla Scandinavia, sta stringendo il Regno Unito in una morsa di neve, vento e freddo pungente.
C’è chi sostiene che la primavera, quando arriverà, sarà magnifica e spettacolare. Un eruzione di profumi, suoni e colori, tutti in una volta, abbaglianti ed effimeri, come fuochi d’artificio. Nel frattempo, però, il clima fuori stagione, rigido e impietoso, permane, con interruzioni di corrente e disagi ai trasporti.