Jane Austen, nel bicentenario della morte

Jane Austen 1810

Jane Austen, ritratta da Cassandra Austen – penna e acquerello, 1810 ca. ©National Portrait Gallery

Duecento anni fa, dopo una lunga e dolorosa malattia (si dibatte ancora oggi se fu tubercolosi o cancro), moriva Jane Austen. Ci si chiede spesso quanti altri romanzi avrebbe potuto scrivere questa prolifica autrice, se la sua vita non fosse stata spezzata così precocemente. Il suo primo libro fu pubblicato nel 1811, in forma anonima. Si intitolava: ‘Sense and Sensibility. By A Lady’. Non fu un grandissimo successo, solo 500 copie vendute. I contemporanei, nonostante le trame avvincenti, dal finale sempre positivo, e un rutilante mondo romantico, costellato di carrozze, mussola e seta, non sembravano molto attratti dall’ironia e dal cinismo gentile della scrittrice. Nei pochi anni che seguirono, videro la luce altri cinque romanzi. Jane non fece in tempo ad assaporare alcun successo, e si spense nel 1817, a 41 anni. Aveva guadagnato solo 600 sterline (meno di 20.000 sterline odierne) dai suoi libri, che presto caddero nell’oblio. L’autrice fu rivalutata solo alla fine del XIX secolo, quando uscì la sua prima biografia, scritta dal nipote James Edward Austen-Leigh. Il pubblico rimase affascinato da una vita tanto esemplare e, apparentemente placida, e poi si tuffò nella lettura dei suoi romanzi, che, ancora oggi, riscuotono un vivo successo. Milioni di persone comprano i libri della Austen, che sono stati tradotti in oltre 30 lingue diverse. Inoltre, cinema e TV fanno a gara per trasporre le trame in nuove pellicole e serie a puntate. E’ certo rimasto impresso nell’immaginario collettivo, soprattutto femminile, il Signor Darcy interpretato dall’attore Colin Firth, nella fortunata versione di ‘Orgoglio e Pregiudizio’, realizzata dalla BBC, nel 1995. Eppure, dalla ricerca condotta da un gruppo di studiosi, guidati dal professor John Sutherland, del University College di Londra, sembra che il personaggio di Fitzwilliam Darcy dovesse apparire ben diverso, specialmente ai tempi di Jane Austen.

Mr Darcy

Il vero Signor Darcy
© UKTV/Nick Hardcastle/PA

Gli studiosi, tenendo presente sia le mode del tempo, sia le relazioni della Austen con uomini che avrebbero potuto ispirare i suoi personaggi, hanno delineato il profilo di un gentiluomo pallido, dalla bocca sottile, le spalle non molto larghe e un po’ spioventi, ed i capelli imbiancati di cipria. Niente a che vedere con il Darcy moderno, muscoloso, aitante ed abbronzato. Nei primi anni dell’Ottocento, gli unici muscoli da esibire consentiti ai giovanotti, erano quelli di gambe e polpacci, torniti da equitazione e scherma. Niente abbronzatura, considerata volgare e attributo di classi subalterne e plebee. Meglio piuttosto una carnagione giovanile, bianca e liscia, un volto austero dal mento a punta e dalla bocca piccola, e una capigliatura ordinata, variamente imbiancata, com’era di moda fra i nobili.

Jane Austen £10

La nuova banconota da £10

Sempre in occasione del bicentenario della morte dell’autrice, è stata presentata a Winchester la nuova banconota da 10 sterline, che porterà la sua effigie. Dopo la Regina ed Elizabeth Fry, un’altra grande protagonista dell’Inghilterra Regency, Jane Austen è la terza donna scelta per apparire su una banconota. Oltre al ritratto, i 10 pound riportano anche una citazione, tratta da ‘Orgoglio e pregiudizio’: “I declare after all there is no enjoyment like reading!” (Dopo tutto, devo dire che non c’è svago migliore della lettura).
A parte animalisti e vegetariani, oltraggiati dal nuovo materiale con cui sono fatte le banconote – una plastica contenente piccole quantità di grasso animale –  i fan di Jane Austen hanno subito fatto notare che, la frase scelta è quella pronunciata dall’antipatico personaggio di Caroline Bingley (un’antagonista minore del romanzo, che, nei suoi modi ostili di criticare tutto e tutti, finirà per evidenziare le qualità positive dell’eroina, Elizabeth Bennet). Come se non bastasse, il volto di Jane, ispirato al ritratto postumo, realizzato dal nipote, sulla base di quello, più famoso, dipinto dalla sorella di lei, Cassandra, è stata ‘migliorata’, smussando certe spigolosità del viso e donando all’autrice un’aria più serena.
Controversie a parte, la nuova banconota da 10 sterline, già prodotta in centinaia di milioni di esemplari, entrerà in circolazione ad ottobre, rimpiazzando quella cartacea, con l’effigie di Charles Darwin, che non sarà più valida a partire dai primi mesi del 2018.

Panchine letterarie a Londra

Agatha Christie: Hercule Poirot and the Greenshore Folly

Agatha Christie: Hercule Poirot and the Greenshore Folly


Il National Literacy Trust, in collaborazione con Wild in Art, quest’estate riempie di opere speciali le strade della City e di altre zone di Londra. Una cinquantina di panchine a forma di libro aperto, decorate da illustratori professionisti e artisti locali, sono state disposte in vari punti cittadini. I classici della letteratura vanno da Jane Austen a Charles Dickens, da Shakespeare ad Orwell, fino ad includere opere più recenti, come i romanzi di Monica Ali o Nick Hornby. Sono stati elaborati quattro percorsi diversi, a Bloomsbury, Greenwich, nella City e lungo il Tamigi, così, girovagando tra giardini, viali e piazze, si potranno incontrare tanti eroi letterari come Sherlock Holmes, James Bond, Mary Poppins e Hercules Poirot.
‘Books About Town’ è un’occasione unica per esplorare le connessioni letterarie della capitale, per apprezzare le opere di alcuni dei migliori artisti del Paese e per celebrare la lettura come mezzo di intrattenimento.  Alla fine dell’estate, il 7 ottobre, tutte le panchine saranno messe all’asta in un evento esclusivo, al Southbank Centre, per raccogliere fondi a favore del National Literacy Trust, così da aumentare i livelli di alfabetizzazione nel Regno Unito.

Jane Austen ai tempi dell’iPad

regencyloveTediata e fiaccata da una noiosa influenza, ho deciso di scaricare un’app iOS sul mio iPad e la scelta è caduta su Regency Love. Sviluppato dal team australiano Tea for Three Studios, questo gioco di ruolo interattivo si basa essenzialmente sul dialogo. Essendo appassionata del periodo Regency, e avendo letto le pagine di Jane Austen, ho pensato di provare in virtuale a trasformarmi in una signorina del XIX secolo ed entrare in un mondo molto formale e codificato. Mi sono creata un avatar e ho iniziato la mia avventura, ahimè, con scarsissime (se non pessime) doti di ricamo, musica, ballo, equitazione, disegno e lettura. L’obiettivo del gioco è quello di affinare le mie doti, sviluppare il carattere e, man mano, partecipare ad occasioni sociali in cui incontrare l’equivalente di un signor Darcy, conversando amabilmente con altre signore, e schivando con eleganza i ficcanaso e i perditempo. Per progredire e accumulare punti (o motivazioni) con cui diventare rinomate nel disegno o provette nella quadriglia, si risponde a domande di storia sociale sull’Inghilterra georgiana oppure si completano passaggi di citazioni dai romanzi della Austen, a cui sono state sottratte una o due parole chiave.
C’è una mappa di tutti i luoghi in cui si può scegliere di andare – casa, Dunnistone Manor, Bosco, città, parco, Lampton Hall, Castoridge Court e Thornleigh. Alcuni luoghi sono bloccati e aprono via via le loro porte grazie ad un certo punteggio nella danza o nel ricamo, non impossibili da raggiungere. Quando si incontra un personaggio, durante la conversazione c’è la possibilità di interagire scegliendo tra varie frasi o atteggiamenti da sostenere. Ciò che si sceglie di dire o non dire agli altri, avrà un impatto sulla storia. Ho trovato molto strano formarmi delle opinioni, ma doverle celare nella cortesia. Spesso, ho avvertito tensione tra quello che avrei veramente voluto dire e cosa invece ho ritenuto fosse più auspicabile per l’epoca ed il mio personaggio. Sono riuscita a non comparire volgare o irritabile, ma amabile, sensibile e di spirito. Basta una risposta un po’ più moderna o distratta data al corteggiatore o all’interlocutore di turno, per risultare troppo frivole o audaci e rasentare lo scandalo. In generale, mi sono divertita a diventare un’esperta di pittura, mentre affinavo le mie conoscenze letterarie e imparavo a galoppare tra boschi e vallate. Ho anche camminato largamente tra parchi e giardini, fatto compere in città, frequentato cene e balli, ricevuto amici e corteggiatori per il tè. Al primo tentativo, dopo alterne vicende, e commettendo un solo passo falso (accettare un giro a cavallo senza chaperon), ho conquistato il cuore del signor Ashcroft, non senza aver ignorato altri gentiluomini e sostenuto l’attacco di gelosia del signor Curtis, che ho messo debitamente alla porta. Al secondo round, invece, ho decisamente evitato il signor Ashcroft e conquistato il difficilissimo e crepuscolare signor Curtis, ignorando la sua iniziale scontrosità, e anche qui commettendo un solo passo falso, che però è servito a finire i miei giorni nello Yorkshire, leggendo libri e filosofeggiando con il mio sposo. Per ogni storia a lieto fine, il gioco si conclude con un epilogo e un riassunto delle scene salienti, che, volendo, si può salvare.  Peccato che l’app sia solo destinata ad un pubblico femminile, sarebbe stato interessante intrattenersi nel ruolo di un gentiluomo, tanto per cambiare, e magari, oltre all’amore, cercare di far carriera. Avrei anche inserito più domande di storia sociale, evitando le ripetizioni. Ho però scoperto quali gusti eccentrici di gelato andassero per la maggiore oppure il costo esatto di uno scampolo di mussolina. L’ambientazione del gioco è complessa, minuziosa e molto coinvolgente, e include lettere chiuse con ceralacca e linguaggio d’epoca. Nel complesso, ho trovato l’esperienza  divertente e riflessiva. Regency Love si avvale di piacevoli illustrazioni e di una valida colonna sonora, ed è disponibile su iTunes per £2.99.

‘Orgoglio e Pregiudizio’ compie duecento anni

IMG_1254‘E’ verità universalmente ammessa che uno scapolo fornito di un buon patrimonio debba sentire il bisogno di ammogliarsi…’

Con questa affermazione, si apre ‘Orgoglio e Pregiudizio‘, il romanzo di Jane Austen, di cui oggi si celebra la prima pubblicazione, avvenuta il 28 gennaio 1813. Edito da Thomas Egerton, ‘Pride and Prejudice’ era il secondo romanzo di Jane e l’opera da lei più amata (si riferiva a questo libro come ‘her own darling child’). Nonostante non più soggetto alle regole del copyright e quindi largamente disponibile in e-book gratuito, ‘Orgoglio e Pregiudizio’ è un grande classico, che continua ad essere acquistato in libreria (50.000 copie l’anno solo nel Regno Unito) ed è richiestissimo nelle  biblioteche di tutto il mondo. La trama possiede un intreccio di successo, una storia romantica raccontata con sottile ironia, in cui la protagonista, Elisabeth Bennet, tra alterne vicende, riuscirà a vincere l’arroganza e il cuore del signor Darcy, uomo di classe elevata. Il titolo dell’opera rimanda proprio ai due elementi fondamentali della storia, l’orgoglio di classe di Darcy e il pregiudizio verso quest’ultimo, mostrato da Elisabeth,  specie dopo averne origliato i commenti, alla festa da ballo organizzata da Sir Lucas: “Appena passabile ma non abbastanza bella da tentarmi”. Chi disprezza, compra, si direbbe. In realtà, seppure il signor Darcy continui ad ammaliare il pubblico femminile, a distanza di due secoli, forse grazie anche alle riletture cinematografiche e televisive, che gli hanno dato, di volta in volta, le fattezze di Laurence Olivier (1940), Colin Firth (1995) e Matthew McFadyen (2011), la storia delle cinque sorelle Bennett, il cui obiettivo è quello di trovare marito, per non perdere l’eredità della tenuta di Longbourn, è legata indissolubilmente all’epoca in cui la Austen ha vissuto. Un’epoca in cui, le donne nubili avevano ‘una terribile propensione a essere povere’. Una situazione che Jane conosceva bene, avendo rinunciato a generose offerte di matrimonio ed essendo stata alla mercè dei fratelli, dopo la morte del padre. La scelta di non sposarsi, rinunciando alla sicurezza e ad una posizione, e la sua osservazione attenta della condizione femminile in una società fatta di piccola nobiltà rurale, il cui mondo sarà presto sovvertito dalla rivoluzione industriale, hanno fatto di questa scrittrice un’icona proto-femminista. Tuttavia, il femminismo della Austen è per larga parte inconscio. Lei, pur raccontando con vivezza e ironia il mondo che la circondava, non giudicò mai né mise in discussione la posizione destinata alle donne o il fato di quelle che restavano nubili. E’ la parte più difficile da accettare per chi ne analizza l’opera, senza tenere conto dei cambiamenti sociali ed epocali che ci separano da essa. Il miglior modo per festeggiare il bicentenario è dunque quello di leggere o rileggere ‘Orgoglio e Pregiudizio’ e approfittare delle celebrazioni organizzate in Inghilterra e nel mondo.

Donne nella Storia

Dr Lucy Worsley ©Dr Lucy Worsley 2012

Dr Lucy Worsley ©Dr Lucy Worsley 2012

Si è già parlato in questo blog di storiche in tv, nello specifico, l’anno scorso, avevamo dedicato un post alla professoressa Mary Beard, docente di Discipline Classiche presso l’Università di Cambridge, nonché appassionata narratrice di usi e costumi dei Romani.

In questi giorni, la BBC 4 sta mandando in onda un bel programma, in tre puntate, in cui un’altra storica, che va per la maggiore, la Dottoressa Lucy Worsley, fa rivivere il vortice di Eleganza e Decadenza del periodo Regency, momento storico in cui, il principe del Galles (poi Giorgio IV), venne nominato reggente per conto del padre, Giorgio III, impedito da un grave squilibrio mentale. Il Regency è un periodo di transizione, molto affascinante, che segna uno stile, con le sue architetture neoclassiche, il mecenatismo, la moda sofisticata, i romanzi di Jane Austen, i versi di Byron e Percy Bysshe Shelley, gli eccessi dell’aristocrazia, le guerre napoleoniche, i dipinti di John Constable, l’avvento dell’illuminazione a gas e del valzer, la tassa sul grano, le repressioni nel sangue  e i marmi del Partenone… Lucy Worsley, con il suo caschetto biondo, i vestitini da flapper e l’accento particolare, per nulla spocchioso, impiega molta passione e ironia nel condurci attraverso gli alti e i bassi di un’era, che significa molto più di un elegante e pomposo Mr Darcy.

Ma chi è Lucy Worsley? Figlia di un illustre geologo, dopo aver trascorso l’infanzia in Canada, è tornata in Inghilterra  per laurearsi e specializzarsi in Storia. Ora è curatrice capo di Historic Royal Palaces, una società di beneficienza, che si occupa di mantenere in buono stato monumenti regali, quali la Torre di Londra, Banqueting House, Kew Palace, Hampton Court e gli appartamenti di stato a Kensington. La carriera televisiva di Lucy è iniziata tre anni fa, con un programma sulla storia delle case inglesi, dalla catapecchia del servo al palazzo del re. E poi, naturalmente, le tre puntate sul Regency, che la tv sta ritrasmettendo in questi giorni. Sono seguiti reportages di storia sociale sulla figura femminile nel XVII secolo, sulla vita ai tempi di Enrico VIII, e sulle vicende di Hampton Court. La bravura e competenza con cui la Worsley racconta il passato, le hanno conquistato la simpatia del largo pubblico, ma anche le frecciate di detrattori invidiosi, tra cui lo storico David Starkey, il quale ha accusato la collega di essere carina, sì, ma di raccontare i fatti come se si trattasse di un romanzetto storico, edito da Mills and Boon (l’equivalente della nostra collana Harmony). La Worsley, che convive con un architetto di grido a sud di Londra, l’anno scorso è anche finita alla ribalta delle cronache, per una frase detta durante un’intervista a The Radio Times. Durante il programma, le era stato chiesto come mai, a 38 anni, e con un compagno stabile, ancora non avesse deciso di mettere su famiglia. La storica ha risposto di aver avuto (e di avere) altre priorità e impegni, e “di essere stata educata a ragionare e scegliere, al di là delle naturali funzioni di riproduzione”. Apriti cielo! Per settimane i giornali non hanno parlato d’altro e la frase incriminata compariva letteralmente ovunque. Tuttavia, è chiaro come la Worsley, con la provocatoria valutazione del suo percorso di vita, avesse voluto scoccare una freccia nei confronti di certa intrusione e continua richiesta di giustificazioni, che spesso la società e i media fanno alle donne, circa la loro scelta/possibilità di procreare o no.

In fondo, che (vi) importa?

Mentre Lucy è impegnata a scrivere libri e a girare un nuovo programma per la BBC, su pregi e viltà di re e regine, noi ce la godiamo tra dandy byroniani e reggenti inutili.