Donne e Giardini

A proposito di erbe, nella mia libreria vintage, c’è un piccolo volume, pubblicato su carta economica nel 1944, dal titolo: Culinary and Salad Herbs.

Rohde Coley herb garden schemeIl frontespizio è decorato da un curioso schema per un orto dei semplici, progettato dall’autrice, Eleanor Sinclair Rohde, e disegnato da Hilda Maud Coley, apprezzata artista botanica e floreale.

Coley, figlia di un ministro metodista, era nata a Bristol nel 1884. Dopo un’infanzia peripatetica, a causa del lavoro del padre, Hilda aveva studiato arte a Liverpool, e si era mantenuta realizzando dipinti e disegni in bianco e nero per numerosi editori, specializzandosi anche in ritratti di orchidee. Fu premiata dalla Royal Horticultural Society ed espose i suoi lavori in varie gallerie, nonché presso la Facoltà di Lettere, a Venezia. Morì in Dorset, nel 1950. Non avendo eredi, lasciò la sua piccola proprietà al fratello, Samuel Ernest Coley, anch’egli ministro metodista. Mi dispiace di non essere riuscita a trovare maggiori informazioni su quest’artista. I suoi disegni di fiori e piante tradiscono un carattere poetico, a tratti sognante.

Eleanour_Sinclair_RohdeL’autrice del piccolo manuale, invece, Eleanour Sophy Sinclair Rohde, era una storica di giardini, appassionata di orticoltura e membro della British Guild of Herb Growers dal 1918.
Nata a Travancore, nell’odierno Kerala, nel 1881, Eleanour era figlia di John Rohde, funzionario statale in India, e sorella del luogotenente John Haughton Rohde, caduto e disperso a Neuve Chapelle durante la Grande Guerra (1914).
Timida e riservata, convinta vegetariana, Eleanour non superò mai completamente la perdita del fratello e restò nubile.
Visse per gran parte della sua vita nella casa di famiglia, Cranham Lodge, a Reigate, in Surrey. Una tipica dimora vittoriana, che esiste ancora, con un giardino enorme.
Qui Rhode raccolse insolite varietà di erbe  aromatiche e verdure, coltivando e vendendo semi sia ai visitatori sia per corrispondenza, e utilizzando lo spazio come ispirazione per il suo lavoro di designer di giardini. Agli inizi della carriera, assieme alla sua insegnante Maud Grieve, aveva creato il primo giardino di erbe al Chelsea Flower Show del 1919.
Cranham Lodge SurreyEleanour Sinclair Rohde fece molto per incoraggiare la creazione di giardini di erbe aromatiche e, oltre al piccolo libro sugli usi culinari, il suo lavoro più acclamato resta The Scented Garden, pubblicato nel 1931. Valido sia per i giardinieri di professione che per gli appassionati di erbe e piante profumate, l’opera elenca alberi, arbusti, rampicanti, piante erbacee e bulbi adatti a creare un giardino aromatico, fornendo ricette per profumi, acqua di toletta, pot-pourri e sacchetti profumati.
Eleanour aveva studiato storia medievale e si era cimentata in fantasiose ricostruzioni di giardini. Tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta sorsero molti giardini di erbe ispirati ai dettami di Miss Rohde, tra cui quello della famosa tenuta di Sissinghurst.

Coley Shakespeare daisies

Nel 1935, veniva dato alle stampe Shakespeare’s Wild Flowers, un libro sull’uso delle immagini vegetali nei drammi e nei sonetti del Bardo. In questo lavoro, Rohde aggiunse ulteriori informazioni e aneddoti, grazie alla sua vasta conoscenza della storia e della letteratura di giardini, fornendo un elenco esaustivo di tutte le piante menzionate da Shakespeare, assieme ai loro nomi botanici moderni.
E’ interessante notare che, più meno in quegli anni, Hilda Maud Coley dipingeva una serie di illustrazioni per un set di cartoline d’arte dal titolo Shakespeare’s Flowers, pubblicato dalla Medici Society di Londra.

Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale, i razionamenti e la campagna Dig for Victory, che incoraggiava uomini e donne di tutto il Regno Unito  a coltivare dei giardini di guerra, Eleanour Sinclair Rohde si dedicò a scrivere libri che alleviassero le difficoltà del periodo.
Con l’assistenza del Land Army, aveva anche arato più terra nella sua proprietà. Oltre all’uso delle erbe in cucina ed un libro sui giardini di guerra (The War Time Vegetable Garden), nel 1943 usciva un piccolo trattato di meno di cento pagine sulle varietà di ortaggi e frutti di altri tempi: Uncommon Vegetables and Fruits. Piante antiche, che, per la loro natura, erano meno produttive e mal si prestavano alla raccolta meccanizzata. Nel secondo dopoguerra sarebbero state soppiantate da ibridi, che richiedevano l’acquisto di nuove sementi ogni anno, e dall’agricoltura intensiva e industrializzata.

rohde aromatic plants

© jot101.com

Tuttavia, in quello che sarebbe stato il suo ultimo libro, Rohde si dimostrò in un certo senso pionieristica, poiché oggi queste colture antiche sono tornate di moda ed offrono colori e sapori più ricchi e complessi. Verdure ancestrali, che possono rallegrare la nostra tavola ed aiutare la biodiversità.
Uno dei suoi progetti più rinomati fu il giardino delle erbe in stile Tudor commissionato da Lady Hart Dyke per il castello di Lullingstone, nel Kent occidentale. Oggi questo giardino non esiste più, essendo stato sostituito dal World Garden of Plants, creato da Tom Hart Dyke, orticoltore e cacciatore di piante, nonché erede legittimo del castello.
Quando Eleanour morì, nel 1950, lo stesso anno in cui scomparve anche l’illustratrice Hilda Maud Coley, il necrologio sul Times ne mise in risalto l’amore per i giardini e le erbe, e la capacità di combinare le sue conoscenze storico letterarie con una scrittura pratica ed illustrativa.

Quarantena Londinese #3

giardini in SE4“Il giardino, con la sua immagine, è una forma di conoscenza inseguita e indagata fin dall’antichità, in un percorso metaforico, per ogni spazio e tempo fino al nostro mondo.” Massimo Venturi Ferriolo – Oltre il Giardino (Einaudi 2019)

Dopo aver sofferto di un grave caso di coronavirus, il Primo Ministro Boris Johnson è tornato al lavoro e ha detto che il lockdown proseguirà, nonostante l’impazienza e l’ansia dei cittadini (e delle imprese), semplicemente perché siamo ancora in un momento di massimo rischio e nel weekend passato si è superata la soglia di 20.000 decessi, solo negli ospedali
Restare a casa non mi pesa particolarmente, anche se mi mancano alcuni elementi della vita precedente (riabbracciare mia madre, incontrare gli amici per un caffè, esplorare Londra, visitare mostre e collezioni, viaggiare, e il mio lavoro di guida, che non riprenderà tanto presto…); penso tuttavia che, la possibilità di uscire una volta al giorno per una passeggiata regolamentata, abbia contribuito alla mia salute, anche mentale.
La ricerca in un campo scientifico in crescita, chiamato ecoterapia, ha dimostrato che il contatto con la natura non solo fa sentire meglio emotivamente, ma contribuisce al benessere fisico, riducendo la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, la tensione muscolare e la produzione di ormoni dello stress. Non è chiaro esattamente perché le escursioni all’aperto abbiano un effetto mentale così positivo, ma io stessa ne sto sperimentando i benefici durante questa quarantena. Il mio tempo con la natura è molto semplice, ogni mattina esco molto presto (anche per garantirmi al massimo il distanziamento sociale) e faccio una passeggiata in uno degli spazi verdi dietro casa. Sono molto fortunata a vivere in questa zona. Non ho un giardino, ma nel raggio di un chilometro ho tanti parchi e anche il cimitero monumentale di Nunhead, che dal 2004 è in gran parte designato come riserva naturale. All Saints Cemetery, così si chiama, era rimasto chiuso dal 23 marzo, ma è stato riaperto al pubblico questo weekend per decisione del governo, dato che i parchi (e i cimiteri storici iscritti nel Registro dei parchi e giardini) devono essere accessibili per “la salute della nazione”.
Anche se i percorsi sono più o meno gli stessi, la natura lentamente cambia, si evolve e ci dà il senso del tempo che passa: una corolla che lascia posto ad un piccolo frutto, una gemma che si apre e rivela foglie nuove, che presto cresceranno a fare ombra, il coro di piante selvatiche che cambiano colori e strutture, l’aroma delle fioriture e le voci degli uccelli. Sto approfittando di questo periodo di pausa necessaria e imposta, per approfondire le mie conoscenze di botanica, grazie anche ad un corso online. Piano piano è più facile riconoscere una pianta, distinguerne le parti (sperimentando con semi vari e germinazioni), identificare le varie specie, sapere che di denti di leone ce ne sono tantissimi e che non si chiamano tutti, indistintamente, tarassaco officinale. E poi, riuscire anche a dare un nome agli alberi.
Qualche appassionato nel quartiere si è spinto oltre, e, sull’esempio di Rachel Summers, una maestra di Walthamstow, che aveva cominciato a tracciare sul marciapiede, con il gessetto, i nomi degli alberi che incontrava durante la sua passeggiata quotidiana, ha deciso di scrivere le specie di alcune piante di SE4, per aiutare i meno esperti a guardare più attentamente, a riconoscere un noce da un ippocastano, e diventare più consapevoli della natura che si annida nelle strade londinesi.

Una nuova partnership di scambio botanico tra Londra e Roma

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I giardinieri del South London Botanical Institute (SLBI) di Tulse Hill in questi giorni stanno visitando l’Orto Botanico di Roma grazie ad una nuova partnership di scambio botanico tra le due organizzazioni. La partnership è finanziata da Botanic Gardens Conservation International (BGCI) in collaborazione con la Interactive Community di Arboreta (ArbNet), nell’ambito di un nuovo schema per condividere conoscenze, abilità e risorse all’interno della comunità internazionale di orti botanici. L’obiettivo finale è quello di migliorare la conservazione delle piante in tutto il mondo.

La borsa di partenariato sosterrà una visita di scambio in ciascun giardino. I giardinieri dell’Orto Botanico di Roma visiteranno il South London Botanical Institute a giugno.

L’Orto Botanico di Roma (BGR) è una struttura didattica e scientifica dell’Università Sapienza di Roma, e occupa un’area di 11 ettari nel centro storico di Roma. Si trova nell’ex giardino del palazzo cinquecentesco della famiglia Corsini, una famiglia aristocratica fiorentina. Il palazzo, ora sede dell ‘”Accademia Nazionale dei Lincei”, e il suo giardino furono trasferiti allo stato italiano alla fine del XIX secolo. La posizione e l’origine del giardino botanico ne fanno un luogo unico, in quanto è un esempio di giardino storico con un importante patrimonio artistico. Oggi conta circa 2000 specie, tra cui il palmeto (con 24 specie), il boschetto di bambù (con oltre 76 specie), il roseto, il “Giardino dei Semplici” (contenente specie vegetali coltivate ad uso medicinale), il Giardino giapponese e la serra Corsini, con piante succulente.

Il South London Botanical Institute (SLBI) fu fondato nel 1910 dal riformatore sociale Allan Octavian Hume, con lo scopo di diffondere la botanica tra i lavoratori della zona sud di Londra. Hume fu al servizio del Raj britannico, membro fondatore del Congresso nazionale indiano nel 1885, e comprò la casa vittoriana, sede dell’Istituto, nel 1860, trasformandola ad hoc, con una biblioteca, un erbario ed un vasto giardino. Gli armadi dell’erbario progettati da Hume sono ancora in uso e contengono esemplari di piante risalenti al 1802. Il giardino si è evoluto e ora ha uno stagno fiorente, particolarmente popolare tra i bambini in visita.

L’obiettivo di Hume prosegue ancora oggi: lo SLBI apre le porte a persone provenienti da varie parti della città, permettendo loro di esplorare il mondo vegetale, godere del giardino botanico, della biblioteca e dell’erbario e partecipare a una vasta gamma di attività per tutte le età ed abilità.

I giardinieri romani sono particolarmente interessati a conoscere gli eventi educativi organizzati dallo SLBI: visite scolastiche, laboratori botanici, conferenze e altre attività, che si rivolgono alla comunità più ampia di Londra – questo è quello che vorrebbero incentivare a Roma.

Entrambe le organizzazioni non vedono l’ora di imparare dai rispettivi giardini, ad esempio quali nuove piante potrebbero essere aggiunte alle loro collezioni. Roma vuole conoscere meglio le piante acquatiche, i cactus, le piante grasse e le piante carnivore coltivate allo SLBI, mentre lo SLBI è particolarmente interessato alle piante mediterranee. Entrambi i giardini condivideranno la conoscenza delle loro collezioni di felci, oltre a discutere sulle modalità di seed banking, sui database e sulla gestione delle raccolte di piante (inclusi gli erbari con piante essiccate).

Commentando la partnership, Sarah Davey, Capo Giardiniere di SLBI, ha dichiarato: “Siamo lieti di avere la meravigliosa opportunità di visitare il prestigioso Orto Botanico di Roma e di imparare dalle loro collezioni botaniche. Non vediamo l’ora di accogliere i giardinieri italiani allo SLBI anche a giugno, per mostrare loro il nostro giardino e la nostra vasta gamma di attività “.

Il South London Botanical Institute è aperto per eventi e attività, ed in generale, il giovedì dalle 10.00 alle 16.00. Per maggiori dettagli si può inviare una email a info@slbi.org.uk.

 

Rousseau il botanofilo

Nel panorama intellettuale e filosofico del Settecento, pur condividendo alcune idee dell’Illuminismo, il pensiero di Jean-Jacques Rousseau si distacca in maniera così originale, da essere considerato precursore del Romanticismo. Nato il 28 giugno 1712, Rousseau è attuale ancora oggi, ad esempio quando si oppone al Liberalismo individualistico, denunciando le ineguaglianze e le ingiustizie sociali. Le sue idee gli costarono persecuzioni e condanne da parte delle autorità civili ed ecclesiastiche, e, per diciotto mesi, riparò in Inghilterra, ospite del filosofo scozzese David Hume. A Londra, dove soggiornò per un periodo al numero 10 di Buckingham Street, si fece subito notare per l’abbigliamento “all’Armena”. È così che lo ritrasse Allan Ramsay nel 1766, con cappello e bordure di pelliccia, contro un fondale neutro scuro e la luce (o meglio, l’illuminazione) che piove sul capo illustre. L’inquietudine del filosofo segna una vita che, a dispetto di fama ed ingiurie, non conosce soste o riposo. Peregrinando da una città all’altra, dimorando ospite di discepoli o ammiratori (quando dissidi o manie di persecuzione non ne avvelenano i rapporti), nei suoi ultimi anni Rousseau si dedica alla botanica. Nella nomenclatura di fronde e fiori scopre un ordine meditativo, una consolazione alle incertezze quotidiane, che gli permette di vivere, senza nemici, il vasto mondo vegetale. Rispetto all'”Emile” o al “Contratto Sociale”, il corpus di scritti botanici è meno conosciuto. Al ritorno dall’esilio inglese, Rousseau scrive otto missive di botanica elementare, indirizzandole a Madame Delessert. Scritte a Parigi, dopo il 1771, le lettere verranno pubblicate postume, nel 1782, ed arricchite, nell’edizione del 1805, dalle mirabili tavole di Pierre-Joseph Redouté. È in uno di questi carteggi che Rousseau afferma pioneristicamente l’utilità di osservare la natura, lontano dall’artifizio dei giardini, poiché l’uomo si è allontanato da essa, piegandola e sovvertendola a proprio vantaggio.
Personalmente, mi sento vicina a questo filosofo-botanico, erborista ed educatore, propulsore di una bio-diversità ante litteram, il quale non esita ad elogiare le “erbacce”, convinto che i malesseri della società e dell’individuo siano causati dall’allontanamento da una vita semplice e spontanea, quella per cui originariamente si era stati creati.
Alla Linnean Society di Londra, è conservata una lettera che Rousseau scrisse a Linneo, il 21 settembre 1771. “Ricevete con bontà, Monsieur, l’omaggio di un incompetentissimo, ma zelantissimo discepolo.” All’encomio si associa la confessione che gli scritti di Linneo costituiscono un’oasi di pace e meditazione in mezzo alle persecuzioni, e che la botanica è un balsamo per la mente tormentata ed ossessiva del filosofo. Segue l’umile richiesta di uno scambio di sementi e di libri. E qui, niente di strano. Amici e contatti illustri solevano mandare a Rousseau lettere dai caratteri svolazzanti miste a semi di piante. E, per lenire l’improvvisa perdita di Madame de Malesherbes, morta suicida, Rousseau aveva inviato al suo consorte un erbario, nel quale il destinatario aveva riconosciuto, con piacere, degli esemplari raccolti assieme all’amico, a Meudon.
Piante rifugio, consolazione, distrazione, terapia, ma anche legante di amicizie, richiamo di esperienze.

Jean-Jacques Rousseau morirà ai primi di luglio del 1798, al ritorno da una passeggiata in solitaria, durante la quale aveva erborizzato, come sempre.

A Londra, un giardino “segreto”: Chelsea Physic Garden

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Come suggeriva Jean Jaques Rousseau, mi sforzo di  cercare  la “route du vrai bonheur“. E, spesso, per me, la strada della serenità, attraversa un parco, o punta dritta al cancello di un giardino recintato. Il Chelsea Physic Garden fu creato nel 1673, dalla Venerabile Compagnia degli Speziali, affinché i suoi apprendisti potessero studiare le qualità medicinali delle piante. Nel tempo, il giardino divenne uno dei più importanti centri di botanica, con piante da tutto il mondo. E’ tuttora un giardino botanico, ma ha un piacevole aspetto ornamentale, con vialetti regolari e radure. La posizione del giardino, vicino al Tamigi, fu scelta in origine per consentire alle piante non indigene di crescere in un microclima più caldo. Nel 1737, la Compagnia degli Speziali eresse una statua in segno di gratitudine a Sir Hans Sloane, che aveva loro affittato, in perpetuo, quattro acri di terreno per 5 sterline l’anno  (a condizione che il Giardino rifornisse la Royal Society di una cinquantina di campioni l’anno). Sloane, medico, direttore della Royal Society ed eminente figura dell’Illuminismo britannico, è noto per aver introdotto sia l’uso della china come cura per la malaria sia la bevanda a base di latte e cacao, che tutti conosciamo. Il giardino di piante medicinali, area fondamentale sin dalla sua fondazione, rappresenta per il visitatore un affascinante viaggio attraverso la storia e l’uso delle piante medicinalidi tutto il mondo. Il Giardino contiene anche un’area con le piante commestibili o utili ed un giardino di pietra, dedicato alle piante alpine, che è il più antico in Inghilterra e contiene esemplari di lava islandese portati da Sir Joseph Banks, nel 1772.  Chelsea Physic Garden è un ente di beneficenza, ed ha aperto al pubblico nel 1983. Nel 1995 ne fa parte la Florilegium Society, ente costituitosi con l’obiettivo primario di registrare in dipinti e disegni le piante che crescono nel giardino, in modo da creare un archivio iconografico. All’inizio del XVIII secolo artisti botanici come Georg Dionysius Ehret ed Elisabeth Blackwell lavorarono qui, ed illustrarono, oltre alle piante, molte specie di farfalle. Se vi recate a Chelsea Physics Garden in questo periodo, non mancate di visitare la serra dei pelargoni. Pelargonium viene dal Greco Pelargos, che significa cicogna, poiché la forma del seme ricorda la testa e il becco di quell’uccello. Linneo, nella sua classificazione, aveva originariamente posto Pelargonium nel genere Geranium. I due generi furono separati nel 1789, dato che, in Pelargonium, i cinque petali sono divisi in due superiori e tre inferiori, ed hanno dimensioni diverse. Il giardino custodisce esemplari di svariati colori, provenienti da paesi caldi come le Canarie e l’Africa australe. Sono in piena fioritura e molto affascinanti. Alcuni di essi, hanno proprietà medicinali. La radice di Pelargonium Sidoides, infatti, contiene uno stimolante immunitario e viene usata per curare raffreddori.

Flora Londinensis: una mostra celebra i giardini della City

William Curtis - Flora Londinensis - 1777

William Curtis – Flora Londinensis – 1777

Quando si nomina la City, vengono subito in mente palazzi e moderni grattacieli, il cuore della finanza mondiale, nei cui ingranaggi si impigliano impiegati stressati e impegnati a far soldi, e strade brulicanti di macchine e pedoni, tutti di fretta sotto la serena imponenza del duomo di St. Paul’s. Eppure, questa zona è molto antica e, non solo cela moltissimi tesori architettonici di epoche passate, ma possiede circa 200 giardini di varie forme e dimensioni. Questi spazi verdi, in cui alberi, fiori e piante selvatiche attraggono uccelli e insetti diversi, offrono ai residenti e ai visitatori ristoro, calma, panchine dove leggere un giornale, fare la pausa pranzo o, se c’è, prendere il sole, nonché la possibilità di ascoltare concerti di musica nei mesi estivi. I giardini della City sono testimoni della storia di quest’area e racchiudono muri romani, vestigia medievali o resti di chiese barocche. Il più antico parco pubblico di Londra nacque proprio qui ed è il Finsbury Circus Garden, inugurato nel 1606, mentre, la maggior parte dei giardini, risale al periodo successivo al Grande Incendio (1666) o ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, quando rovine e devastazioni lasciarono spazi vuoti dove far crescere un fiore. Adesso, una bella mostra gratuita alla Guildhall Library, celebra le bellezze della Flora Londinensis, accostando materiali e argomenti diversi. Si accede allo spazio espositivo passando sotto una suggestiva installazione floreale creata da Rebecca Louise Law. Qua e là si ritrovano antichi strumenti da giardino, mentre le teche racchiudono oggetti e libri dell’antica organizzazione di giardinieri della City of London: The Worshipful Company of Gardeners.
Esistente già dal 1345, la compagnia fu riconosciuta da un editto reale del 1605, e per secoli operò come autorità di controllo sui prodotti coltivati e venduti nella City. L’istituzione, oggi, ha carattere caritatevole e promuove l’arte e la pratica del giardinaggio, l’orticultura e l’abbellimento degli spazi verdi della City of London. Inoltre, rifornisce la famiglia reale in occasioni speciali (memorabile il meraviglioso bouquet per le nozze di Lady D). La biblioteca storica della compagnia, ospitata alla Guidhall, raccoglie libri e manoscritti di valore antiquario, tra cui gli editti reali del 1605 e del 1616, volumi di orticultura del XVII e XVIII secolo, opere di luminari come Thomas Fairchild e John Tradescant e manuali di botanica e floricultura dei primi dell’ottocento, illustrati con maestria da Anne Pratt e Robert John Thornton.
Gli esempi più significativi di questo archivio, sono esposti in mostra, assieme ad oggetti ‘cerimoniali’ come le vesti del Maestro, la vanga d’argento e il calice Tradescant. Sempre nello stesso spazio, è possibile ammirare il lavoro dei City Gardens Team, la cui equipe di giardinieri contribuisce, durante tutto l’anno, a curare e mantenere i numerosi spazi verdi del comune. L’attività del team è stata immortalata in suggestive immagini in bianco e nero dalla fotografa Niki Gorick. I visitatori possono anche accedere ad un folto materiale illustrativo, con guide gratuite per esplorare il circuito di spazi verdi, giardini, parchi della City of London.

La mostra alla Guildhall rimarrà aperta fino al 26 luglio ed è accompagnata da un libro, commissionato per l’occasione, dal titolo ‘Where Soil Meets City – The Gardeners Who Transform the Square Mile’

The Big Botanical Draw

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Dal 2005, sono iscritta al South London Botanical Institute.

Nel corso degli anni, grazie a questo ente di beneficenza, ho potuto partecipare a lezioni di disegno botanico, corsi di identificazione e di storia, escursioni e visite guidate, mercatini di libri e piante, conferenze.

L’istituto si trova a Tulse Hill ed è stato fondato nel 1910 da Allan Octavian Hume, un funzionario dell’India Britannica, riformatore politico e tra i fondatori del National Congress, un partito che avrebbe in seguito appoggiato il movimento indiano di indipendenza. Hume fu anche uno stimato ornitologo, nonché orticoltore dilettante. Tornato in Inghilterra, nel 1894, si trasferì a vivere a sud del Tamigi, in Upper Norwood. La sua attenzione per l’orticultura, lo indusse ad acquistare una grande casa vittoriana, al numero 323 di Norwood Road, ristrutturandone alcuni ambienti, in modo da ricavare un herbarium ed una biblioteca. La casa divenne la sede del South London Botanical Institute, un organismo che doveva promuovere lo studio della botanica e permettere l’incontro tra dilettanti e professionisti. A oltre cento anni dalla nascita, l’Istituto possiede una vasta collezione di libri, monografie e riviste. L’erbario consiste di circa centomila piante essiccate, originarie della Gran Bretagna e dell’Europa, mentre, il piccolo giardino sul retro, comprende esempi di oltre 500 specie. La sede è rimasta pressoché invariata dall’epoca eduardiana, perciò, all’interessante offerta di attività didattiche, quali conferenze, corsi pratici ed escursioni, si aggiunge il fascino discreto e vetusto degli ambienti, il senso quieto e familiare di una casa di altri tempi. Durante l’anno, oltre ad offrire corsi e workshop per le scuole elementari e medie, il South London Botanical Institute apre le sue porte al pubblico, in occasione di eventi come Open House e Open Square Gardens weekend. A ottobre, invece, non si può mancare l’appuntamento con The Big Draw, il più grande festival di disegno al mondo. Tutti i materiali sono forniti gratuitamente per disegnare alcune delle piante provenienti dal giardino e dalla serra (dai cactus agli esemplari carnivori, alle felci, incluse foglie, frutti e baccelli autunnali). Inoltre, dei bellissimi libri di pittura e disegno botanici sono sono consultabili nella suggestiva biblioteca, mentre, esemplari diversi di piante, semi e fiori, possono essere esplorati al microscopio. Per l’occasione, nella cucina di stampo vittoriano, viene anche allestito un caffè, che offre bevande calde, cordiali, succhi di frutta, nonche’ meravigliose crepes, galettes, pancakes, panini e torte fatte in casa.

Album

Donne e Topi

La terra angla ha dato i natali a Beatrix Potter. Generazioni di bambini albionici, e non solo, sono cresciute con le fantastiche storie di Peter Rabbit e i suoi amici roditori, pennuti e anfibi.  Beatrix Potter aveva avuto un’infanzia molto solitaria e infelice e quando era piccola passava gran parte delle giornate in compagnia di topolini e altri piccoli animali. Oltre ad essere stata un’illustratrice di successo, Beatrix si era distinta in tarda età come esperta micologa e nei suoi studi, oltre ad aver illustrato tavole botaniche, aveva intuito il processo di germinazione delle spore e il ciclo di vita dei miceti. Già da fanciulla, Potter aveva dimostrato una vivace passione per la scienza. Infatti, se i topi, le lucertole o i rospi della nursery non se la passavano bene, lei li usava come cavie e così studiava come erano fatti dentro. Il chiaro approccio pragmatico e l’occhio attento e indagatore fanno di questa signora vittoriana un fulgido esempio di flemma britannica. Nel 1897, Beatrix Potter aveva scritto un trattato scientifico sui funghi, che però era stato letto alla Linnean Society da parte di un uomo; infatti, essendo donna, Beatrix non aveva potuto nemmeno presenziare all’evento.  Il saggio, “On the germination of the spores of agaricineae”, fu accettato dalla Linnean Society per essere essere dato alle stampe, ma andò perduto sulla via della correzione di bozze. Tuttavia, ne si conoscono i contenuti grazie ad alcuni estratti collazionati dal Dr Watling del Royal Botanic Garden di Edinburgo.  Inutile dire che Beatrix abbandonò la carriera scientifica per illustrare The Tale of Peter Rabbit e altre storie per bambini.  A Beatrix Potter hanno dedicato mostre, libri, un favoloso negozietto in quel di Covent Garden e, in anni recenti, anche un film. Esiste anche la Beatrix Potter Society, per promuovere lo studio e la conoscenza della vita e delle opere dell’autrice, che fu una valente artista botanica e di paesaggio, nonche’ diarista e ambientalista. Inoltre, il suo contributo allo sviluppo della ricerca micologica, è unanimente riconosciuto dagli scienziati di oggi.
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